L’epidemia di vaiolo delle scimmie è arrivata in Europa prima dell’estate e si sta diffondendo in tutto il mondo. Seppur da molti considerata una minaccia minima, L’OMS ha più volte messo in allerta la popolazione per rallentare i contagi. Quanti casi di vaiolo delle scimmie ci sono in Italia? Continua a leggere l’articolo per scoprirlo.
Il vaiolo delle scimmie, chiamato anche come monkeypox virus in inglese, è una malattia infettiva virale, proveniente da alcune località tropicali remote di Africa centrale e occidentale. Ultimamente la malattia sta facendo molto discutere data la rapida diffusione nei paesi occidentali, aspetto che ha portato l’OMS a considerarla un’emergenza sanitaria globale. Oggi quanti sono i casi di vaiolo delle scimmie in Italia?
Caratteristiche e sintomi del virus
Il monkeypox è un virus della famiglia Poxviridae, del genere Orthopoxvirus, lo stesso che comprende il Variola, il virus comunemente noto come vaiolo, e il Vaccinia, il primo virus utilizzato come vaccino proprio contro il vaiolo.
L’allarmismo nei confronti della malattia, oltre a essere causato dalla preoccupazione popolare in seguito alla pandemia di COVID-19, è dovuto anche al fatto che i sintomi ricordano quelli del vaiolo, una delle malattie infettive più pericolose mai conosciute. Nel corso del solo XX secolo si stima che il vaiolo abbia causato tra le 300 e le 500 milioni di morti in tutto il mondo, raggiungendo un tasso di mortalità del 69%. Il vaiolo è inoltre noto per essere stata la malattia che ha portato all’introduzione della tecnica del vaccino, e quindi come la prima malattia eradicata nella storia dell’umanità, non avendo più riscontrato casi dal 1977.
Il vaiolo delle scimmie si presenta in modo simile ma risulta anche diverso per certi aspetti.
I sintomi, che si presentano dopo circa 10/12 giorni dal contagio, comprendono febbre, linfonodi ingrossati ed eruzioni e lesioni cutanee come conseguenze più comuni. In aggiunta, anche sonnolenza, mal di testa e dolori muscolari possono comprendere la sintomatologia del vaiolo delle scimmie. Rispetto alla malattia causata dal virus Variola, questa versione recente possiede sintomi più lievi e risulta molto meno letale, dato che in Africa il tasso di mortalità si limita al 10% e durante l’epidemia recente sono stati registrati solo 12 decessi. Sono già disponibili trattamenti e terapie per le persone infette, mentre si è notato che per ora il virus non si trasmette negli individui già vaccinati contro il vaiolo in passato.
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L’epidemia di vaiolo delle scimmie
Fino a poco fa si osservava soltanto in maniera sporadica in villaggi africani remoti e in scarse condizione sanitarie, soprattutto in Congo, Repubblica Democratica del Congo e Repubblica Centrafricana, ma al giorno d’oggi si sta diffondendo in maniera non indifferente nei paesi occidentali.
La diffusione recente ha avuto inizio con il primo caso identificato nel Regno Unito lo scorso 6 maggio, in un uomo che ha contratto il virus durante un viaggio in Nigeria. Poche settimane dopo sono stati riscontrati via via sempre più casi anche in altre nazioni. Oggi sono oltre 60mila i casi di vaiolo delle scimmie al mondo, con il virus che sta crescendo a un ritmo preoccupante, contagiando il 20% di persone in più ogni settimana.
Questo scenario ha portato il direttore dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) Tedros Ghebreyesus a considerare il vaiolo delle scimmie “un’emergenza sanitaria globale” lo scorso 22 luglio. La decisione è stata forzata più che altro per convincere gli stati e la ricerca a muoversi con preavviso, mentre in realtà molti esperti considerano questa malattia ancora una minaccia minima ad oggi.
La malattia per ora sembra avere un target ben preciso, dato che la grande maggior parte degli infetti sono uomini, e una percentuale rilevante di questi sono omosessuali o bisessuali.
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I casi totali in Italia
Dopo aver cominciato a diffondersi in Europa, il virus è di conseguenza giunto anche nella penisola italiana. I primi casi in Italia sono stati identificati tra il 15 e il 25 maggio, e nell’ultimo bollettino ufficiale ammontavano a 813 casi. La Lombardia è identificata come la regione più colpita, con ben 337 contagi, seguita dal Lazio con 141. Il virus non ha tuttavia colpito ancora l’intero territorio italiano in maniera omogenea, dato che in Basilicata, Calabria, Molise, Umbria e Valle d’Aosta non è ancora stato riscontrato nessun caso. Anche in questo contesto, il virus sta seguendo quasi esclusivamente la sua tipica linea d’azione: sugli 813 casi totali, ben 802 sono uomini tra i 14 e i 71 anni, mentre solo 11 sono le donne risultate infette al virus.
in Svizzera il primo caso è stato individuato il 21 maggio, mentre in Canton Ticino un mese dopo, il 21 giugno. Nella Confederazione ammontano a 502 i casi registrati da inizio epidemia.
In generale, nelle ultime settimane è stata individuata una netta decrescita delle infezioni in tutto il mondo, dato che nelle ultime due settimane l’OMS ha confermato che si sono verificati il 25,5% di casi in meno rispetto alla settimana precedente.
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