Nello studio presentato al World Economic Forum, la Confederazione è al sesto posto fra le economie più robuste del settore viaggi. In testa il Giappone, ancora chiuso per Covid.
Il turismo e i viaggi? Un settore cardine dell’economia elvetica, al di là dei proclami faziosi sulla bellezza e l’attrattività della Confederazione. A parlare, oggi, sono i numeri di uno studio che, ogni due anni, mette a confronto i diversi Paesi del mondo, stilando la classifica dei più floridi dal punto di vista vacanziero: ebbene, la Svizzera guadagna un ottimo sesto posto, e con scarto minimo rispetto ai primi cinque.
Giappone, Usa, Spagna, Francia, Germania
In testa il Giappone, che proprio nelle ultime settimane ha dichiarato di voler ricominciare, sia pur gradualmente e con ingressi misurati, a riaprire le frontiere ai turisti dopo due anni di Covid e di chiusura. Seguono gli Stati Uniti, altra meta che gode di un appeal indiscusso, a pari merito con la Spagna. Poi Francia, Germania ed ecco che arriva la Svizzera, che condivide una posizione di pregio con Australia, Regno Unito e Singapore.
Il paradosso del Covid che rilancia il turismo
Presentato al World Economic Forum in corso a Davos, il "Travel & Tourism Development Index 2021: Rebuilding for a Sustainable and Resilient Future", che ha preso in esame 117 nazioni, premia dunque la Svizzera come Paese dove il turismo contribuisce allo sviluppo economico e sociale e racconta di un settore che, a quanto pare, è pronto a riprendersi il posto che gli spetta, dopo essere stato temporaneamente messo all’angolo dalla pandemia. E, in un certo senso, da essa stessa rilanciato. «Le chiusure hanno nuovamente enfatizzato l’importante contributo che i viaggi e il turismo danno a molte economie in tutto il mondo - ha infatti dichiarato Lauren Uppink, head of aviation, travel and tourism al World Economic Forum - Mentre il mondo emerge dalla pandemia, le economie devono investire nella costruzione di un ambiente forte e resiliente per fornire l’esperienza e i servizi di viaggio e turismo per molti decenni a venire».
Voglia di natura e sostenibilità
Sebbene nel complesso il turismo internazionale e i viaggi d’affari siano ancora al di sotto dei livelli pre-Covid, la ripresa è evidente, aiutata dalle campagne vaccinali e dalla crescente domanda di un turismo nazionale e basato sulla natura. La sfida è adesso a garantire inclusione, sostenibilità e resilienza a lungo termine, in un quadro dove i rischi non sono ancora accantonati in maniera definitiva.
I vaccini, problema e soluzione
Nonostante le tendenze positive, il settore dei viaggi si trova infatti confrontato con diversi ostacoli; fra i principali, una distribuzione irregolare del vaccino, i limiti di capacità, la carenza di manodopera e le interruzioni della catena di approvvigionamento. «I leader del governo, delle imprese e della società civile - ha aggiunto Uppink - sono chiamati a ripristinare la fiducia dei consumatori e l’apertura internazionale, dando la priorità a misure di salute e sicurezza rafforzate, incoraggiando pratiche di lavoro inclusive, migliorando la sostenibilità ambientale e investendo nella tecnologia digitale».
Italia nella top ten, Europa in calo
Nelle top ten entra l’Italia, al dodicesimo posto nel 2019 e oggi al decimo. Il balzo maggiore è però del Vietnam, passato dal 60° al 52°, mentre l’Indonesia è salita al 32° dal 44° che occupava e l’Arabia Saudita dal 43° al 33°. Complessivamente, l’Europa risulta in lieve declino al confronto con il passato, mentre l’Africa subsahariana pare affermarsi come una rivelazione carica di promesse future, a patto che sappia mantenere un alto livello di prestazioni.
Un bisogno di investimenti e inclusività
Vale per l’Africa, come per tutti del resto: investire nei motori dello sviluppo del settore sarà cruciale nei prossimi anni, secondo la pubblicazione. Infrastrutture, personale sanitario e una maggiore distribuzione delle vaccinazioni nelle economie a basso reddito diventano così obiettivi irrinunciabili. «Gli sforzi per costruire pratiche di lavoro favorevoli e inclusive, migliorare la sostenibilità ambientale e rafforzare la gestione della domanda e dell’impatto del turismo aiuteranno le economie a garantire un forte sviluppo delle loro destinazioni di viaggio», è convinto Uppink.
L’importanza del digitale: lotta al divide
Oltre a politiche ambientali sostenibili, capaci di incontrare le preferenze dei consumatori, la tecnologia digitale giocherà un ruolo di primissimo piano, secondo gli esperti, sia nel gestire i flussi turistici, sia nell’ottimizzare le esperienze dei visitatori e ridurre il sovraffollamento. Per questa ragione, risolvere il divario digitale e includere pienamente le piccole e medie imprese negli sforzi di digitalizzazione diventano interesse, e compito, di un settore turistico che vuole crescere, dopo essere rimasto fermo troppo a lungo.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Iscriviti alla newsletter