Siglata una joint venture con Tether, società che assieme ad altri partner porterà 100 milioni di finanziamenti per la creazione di un centro di eccellenza dedicato.
Si chiama "Plan B", perché fino ad ora la blockchain era sempre stata un piano B per le comunità locali: destinata a restare marginale nelle applicazioni pratiche a beneficio del territorio. Dalle 18.07 di quest’oggi non è più così, grazie alla città di Lugano e al protocollo d’intesa firmato a Palazzo dei Congressi, davanti a centinaia di invitati provenienti da ogni parte dell’Europa, da Michele Foletti, sindaco di Lugano e Paolo Ardoino, cto di Tether. Una società che, nata nel 2014, oggi vale 70 miliardi di dollari e alimenta la più grande stablecoin per capitalizzazione di mercato; insieme con Lugano, lavorerà per fare del Canton Ticino il cuore dell’Europa, principale polo di promozione della blockchain e delle sue traduzioni concrete in Svizzera e sul continente.
Primi al mondo per i pagamenti in criptovaluta
La B del logo del progetto è simbolicamente quella di Bitcoin, anche se i pagamenti di tasse e imposte ai quali saranno presto invitati i cittadini di Lugano, "fra le prime città al mondo ad adottare un sistema completo di pagamento in criptovaluta", potranno avvenire anche in altre monete digitali basate sul franco svizzero. Denominatore comune la blockchain, che farà da mantello a molte altre e meno ovvie iniziative: a cominciare da un centro di eccellenza per incentivarne l’utilizzo. Si tratterà di un hub specializzato dove ospitare startup innovative, nate in Ticino o che vorranno trasferire qui dall’estero il proprio quartier generale; un gruppo di aziende di spicco nel settore delle criptovalute, Tether capofila, creerà allo scopo un fondo di 100 milioni di franchi per finanziarie nuove imprese che intendono operare nel campo della blockchain. Altro denaro sarà investito a beneficio dei business locali per il potenziamento delle infrastrutture informatiche e l’introduzione dei pagamenti in Bitcoin e valute analoghe.
Cinquecento borse di studio per i giovani
Inevitabile poi un occhio di riguardo alla formazione, in un settore dove la richiesta di personale qualificato è destinata a crescere in maniera esponenziale e già fin d’ora non riceve risposte adeguate. Grazie a collaborazioni con le tre università che hanno sede in Ticino, 500 borse di studio sono già pronte a essere assegnate ad altrettanti studenti. Spazio infine alla finanza verde, così da mettere a tacere sul nascere le obiezioni di chi condanna le criptovalute a prescindere, motivando il disprezzo con le grandi quantità di energia necessarie all’estrazione di Bitcoin: promesso uno sforzo congiunto per favorire alternative ecologiche ed energie rinnovabili utili allo scopo.
Un salto di qualità, "ma non nel buio"
"Lugano sta investendo nel proprio futuro", ha dichiarato con orgoglio il sindaco Foletti, ricordando come si tratti di un percorso che va avanti da tempo e si sia fatto progressivamente più complesso, passando dall’app MyLugano al token di pagamento Lvga, il franco digitale di Lugano e la blockchain cittadina 3A chain, che oggi conta una trentina di aziende partner in Svizzera. "Crediamo fortemente in questa tecnologia e nel suo potenziale di scalabilità: costruiremo una città più aperta, trasparente, intelligente" ha garantito Foletti, persuaso che "non sia un salto nel buio. Questo è un grande progetto: Lugano, una città di dimensioni relativamente ridotte, terza piazza finanziaria in Svizzera con appena 65mila abitanti, si appresta non a subire l’innovazione ma a esserne protagonista. In questo siamo sempre stati precursori: cinquant’anni fa abbiamo portato qui l’intelligenza artificiale e oggi l’Istituto Dalle Molle e fra i dieci maggiori centri di ricerca al mondo".
L’innovazione non ci fa nessuna paura
Avanti tutta su questa strada tracciata dalla storia, dunque. "Bitcoin e blockchain sono termini che spaventano molto, ma a Lugano non siamo intimoriti: crediamo anzi che debbano essere divulgati e resi accessibili a tutti", conclude il sindaco prima di passare la parola al cto di Tether, che riprende i medesimi termini per spazzare via ogni equivoco residuo e dire che "bitcoin e blockchain sono strumenti di libertà e positività, utili a portare beneficio a tutti in differenti posti nel mondo. Come? È ciò che vogliamo dimostrare con Plan B".
Il primo Bitcoin World Forum a ottobre
Resta enigmatico anche Pietro Poretti, direttore della divisione Sviluppo economico della città di Lugano, che senza offrire dettagli specifici risponde vago alla domanda che tutti oggi fanno. "Che cosa stiamo facendo e come? Ci stiamo aprendo a un futuro brillante. L’amministrazione ha già avuto diverse opportunità di sperimentare la blockchain, ma la collaborazione che annunciamo oggi ci porta a un livello superiore. È una accelerazione significativa nella creazione di nuove opportunità economiche. Il progetto però non riguarda solo Lugano, ma tutta l’Europa, invitata a collaborare alla creazione di un cluster che sarà importante per il mondo". Non a caso, si chiamerà Bitcoin World Forum l’evento internazionale che si svolgerà fra il 26 e il 28 ottobre prossimi, che vuole rivolgere un’attenzione particolare al tema della libertà finanziaria. Molti e illustri i relatori che avrebbero già accettato l’invito.
La libertà della Svizzera, garanzia di successo
"Da soli non possiamo fare molto: dobbiamo essere una comunità - ha concluso Ardoino - Perché Lugano? Ce l’hanno chiesto in tanti. Perché è nel centro dell’Europa, un continente di menti che brulicano in favore dell’innovazione. Perché la Svizzera? Perché è il Paese associato alla libertà di parola e di pensiero. In nessun luogo meglio di questo si può lavorare al successo".
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