Fra aprile e giugno le esportazioni hanno segnato un incremento dello 0,9%, il miglior trimestre di sempre e l’ottavo consecutivo in progressione. Segno positivo anche per le importazioni.
Non è una semplice rassicurazione o un’auspicio, espresso sotto forma di verità. Lo dicono i numeri, chiari. La Svizzera non mostra grossi problemi nei rapporti commerciali, né risente in misura penalizzante del rialzo generalizzato dei prezzi o del franco che da qualche mese si rafforza. L’ufficio federale della dogana conferma che il commercio estero elvetico è addirittura incrementato, in entrata come in uscita, nel secondo trimestre del 2022: +0,9% per le esportazioni (66,2 miliardi di franchi) e +2,4% (58,6 miliardi) per le importazioni rispetto a gennaio-marzo, per una bilancia che dunque segna un’eccedenza di 7,6 miliardi di franchi.
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Settore chimico-farmaceutico in difficoltà
Non si tratta di cifre da primato. Anzi: sono le più basse dal 2020, ma comunque si segnalano in positivo in un panorama generalizzato di difficoltà. Di cui il settore chimico-farmaceutico sembra risentire maggiormente: chiude infatti il secondo trimestre in calo, -1,2% a 33,5 miliardi di franchi, complice una minore richiesta di prodotti immunologici, che segna un 10,3% in meno. In compenso, vanno molto bene le macchine e l’elettronica, +5,2% a 8,5 miliardi, così come i metalli, che anzi, con 4,1 miliardi (+5,7%), registrano un nuovo record. In lieve calo anche l’orologeria, -0,4% a 6,0 miliardi.
Export: la Germania traina, la Cina crolla
Dove si esporta di più? L’Europa resta il continente più importante per la Svizzera. Anche qui c’è un record da segnalare: 39,2 miliardi che significano un +3,4%, con la Germania a fare da traino. L’Asia è a -0,6% (14 miliardi), ma se si guarda alla Cina il decremento raggiunge il 6,8% (3,7 miliardi). Giappone e Hong Kong sono addirittura a -15%. Segno negativo anche per il Nordamerica (-0,3% a 13,5 miliardi), con gli Usa che toccano il -2% a 12,4 miliardi.
Il caso Slovenia: importazioni quadruplicate
Sul fronte delle importazioni, si staglia il "caso Slovenia", che in un anno ha quadruplicato i suoi numeri. Qui quasi ogni voce mostra un segno più, con risultati ottimi nel campo della gioielleria e bigiotteria (+25,2%); macchinari ed elettronica sono a +6,7%, mentre i metalli, +6,5%, segnano l’ottavo aumento trimestrale consecutivo. Incremento anche per i prodotti chimici e farmaceutici, +1,1% e 182 miliardi di franchi; in apparenza modesta, la percentuale tiene conto di un primo trimestre eccellente, +12%.
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L’import in Asia e il record del Giappone
In questo caso, il continente che domina è l’Asia, con un +5,3% di merci; segue il Nord America con +3,6%. L’Europa, al contrario, è in calo: -1,1% a 41 miliardi, su cui incidono in misura più pesante Germania, Irlanda e Austria. Bene anche Giappone, +240 milioni che valgono un record, e India.
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