Ecco le voci dei rappresentanti delle associazioni, in risposta alle impressioni raccolte lunedì tra le vie del centro di Lugano.
Dopo una lunga discussione, l’iniziativa parlamentare promossa dal gruppo Plr sulla modifica della Legge sull’apertura dei negozi è stata approvata. Nella seduta del Gran Consiglio di martedì ha trovato infatti la maggioranza per 52 voti favorevoli, contro 31 voti contrari e 1 astenuto.
«Siamo contenti della decisone del Gran Consiglio – commenta Giuliano Tallarini, segretario dei Commercianti di Lugano a Moneymag -. Certo, poi sta ai commercianti decidere se cogliere o meno questa opportunità. Noi li invitiamo a farlo». Per Tallarini aprire la domenica «rappresenta un’offerta in più» e spiega che «i commercianti si organizzano in base alla propria gestione interna o alla filosofia aziendale».
E riguardo al fatto che non tutti decidano di tenere la serranda alzata puntualizza: «Le realtà commerciali sono molto diversificate tra loro e chiedere a tutti di tenere aperto lo stesso giorno diventa difficile. A Lugano più del 50% delle attività commerciali è gestito a livello famigliare o da piccole società costituite da 1 o 2 persone e non possono permettersi che il personale lavori la domenica, a una paga oraria oltretutto più elevata. Vi sono poi le grosse aziende gestite da società della Svizzera interna o straniere che per filosofia aziendale non prevedono l’apertura domenicale. Alla fine siamo in un Paese democratico, dove chiunque può decidere cosa fare. E solo il titolare della sua attività sa quale sia la strategia migliore da applicare».
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Associazione Via Nassa
Concorde sulle aperture domenicali anche il presidente dell’associazione Via Nassa, Roberto Mazzantini, anche se è da rivedere la strategia comune.
«Via Nassa – spiega – è un po’ diversa dai commerci che ci sono in tutto il cantone. Sono presenti brand che appartengono alla categoria del lusso che con le domeniche aperte non guadagnano così tanto. Spesso il pubblico non è il loro. Dunque, aprire tanto per stare aperti, non sempre è condiviso, poiché i loro negozi - di domenica - restano prevalentemente vuoti. Questo vale anche per le gioiellerie grosse che, oltre al costo dei collaboratori, devono considerare il costo del personale di sicurezza».
Per Mazzantini, alla guida dell’associazione dallo scorso 7 luglio, è chiara la situazione e per aumentare gli incassi delle aperture domenicali è necessario allargare la clientela, coinvolgere i giovani e dare spazio ad attività ed eventi. «Chiaramente non riusciremo a stare aperti tutte le domeniche di ogni mese, però, lavorando tutti insieme, potremo coinvolgere il pubblico di via Nassa e condividere tra i negozianti la clientela e il successo dell’iniziativa. Altrimenti, senza un piano ben delineato, solo qualcuno delle poche persone che passeggiano per la via rappresenta un potenziale cliente».
«Credo sia essenziale, soprattutto per una città come Lugano che guarda al turismo. Abbiamo tanto da offrire, non solo la via Nassa. Se abituassimo il pubblico che almeno una domenica al mese i negozi sono aperti, nel medio termine imparerebbe a venire a Lugano per fare anche shopping. Altrimenti, la domenica rimane vuota». Un esempio su tutti, conclude, «lo vediamo oltre confine».
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