La neve caduta nel fine settimana non basta per dare il via alla stagione sciistica. Le scarse precipitazioni e i tempi per preparare le piste non permettono di anticipare le aperture degli impianti.
La fame di neve degli sciatori ticinesi dovrà attendere ancora un po’ per essere saziata. Le scarse nevicate registrate nei giorni scorsi non permettono agli impianti di risalita del Cantone di anticipare l’apertura per le feste dell’Immacolata. Gli uffici informazioni delle maggiori località sciistiche della regione hanno confermato che bisognerà valutare l’entità delle precipitazioni dello scorso weekend per definire la data di apertura.
Voglia di sci
L’adrenalina e il vento in faccia nelle discese, i pranzi nelle baite ad alta quota e tutti gli altri divertimenti sulle piste dovranno attendere ancora un po’ per questa stagione invernale. Gli appassionati degli sport sulla neve e i gestori degli impianti di risalita guardano ancora in alto in attesa di una nevicata decisiva che crei uno strato adatto all’apertura definitiva delle piste.
Nell’ultimo fine settimana la neve è cominciata a cadere, una buona notizia per il settore sciistico, ma non in quantità sufficiente per un’apertura anticipata. In Ticino si sono registrate nevicate tra sabato 3 e lunedì 5 dicembre al di sopra degli 800 metri di altitudine. «Saranno caduti circa 80 centimetri di neve, ma per aprire la piste in maniera definitiva servirà più tempo» hanno riportato gli uffici della stazione sciistica di Airolo.
Airolo e Bosco Gurin puntano al 10 dicembre
«L’obiettivo è aprire il 10 dicembre ma bisognerà valutare quanta neve avremo a disposizione» ha commentato la stazione sciistica della Leventina, «ha iniziato solo venerdì a nevicare. Al momento abbiamo selezionato questa data, ma ancora non possiamo confermarla al 100%». Oltre agli impianti di Airolo, anche quelli di Bosco Gurin stanno cercando di garantire ai clienti sciatori l’apertura degli impianti di risalita al 10 dicembre: «Neve permettendo, l’apertura è prevista per questa data. Nei giorni scorsi ha nevicato, ma per la preparazione delle piste serve ancora molto lavoro, non è una cosa che si fa in un giorno» ha dichiarato l’ufficio informazioni della stazione.
La nevicata dello scorso fine settimana è arrivata forse troppo tardi, dato che tra la prima nevicata e l’apertura delle stazioni servono comunque vari giorni per rendere le piste agibili: «Appena possibile entreranno in azione i battipista e solo allora potremo confermare o meno la data di apertura» ha dichiarato l’ufficio degli impianti della Vallemaggia.
Nara e Carì aspettano una settimana in più
Sebbene le stazioni di Airolo e Bosco Gurin stiano spingendo sull’acceleratore, il comprensorio di Nara, nel cuore della Valle di Blenio, ha già confermato che l’apertura non avverrà prima del 17 dicembre: «Abbiamo previsto questa data, ma è ancora tutto da valutare, specialmente per capire l’entità dell’ultima nevicata. In passato è capitato che le nevicate abbiano permesso di anticipare l’apertura della stagione, ma per ora confermiamo che saremo operativi dal 17» commenta l’ufficio informazioni.
Lo steso vale per la stazione sciistica di Carì, nella Leventina, che sul proprio sito ufficiale ha indicato sul calendario il 17 dicembre come data d’inizio della nuova stagione sciistica.
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Non basta la neve artificiale?
Come spiegato dagli uffici delle stazioni, la neve artificiale non può ancora essere presa in considerazione come soluzione. Questo perché è comunque necessario che si crei prima uno strato compatto, freddo e duraturo di neve naturale, con i cannoni sparaneve che hanno più un ruolo complementare nella lavorazione delle piste. «Ancora non abbiamo fatto uso della neve artificiale, bisogna vedere anche cosa porta la nevicata di questo weekend per poi decidere sull’apertura e sull’utilizzo di questa soluzione» afferma l’ufficio della stazione di Airolo.
La stazione di Bosco Gurin evidenzia invece un’ulteriore problematica che si è venuta a verificare quest’anno riguardo l’utilizzo dei cannoni da neve: «Stiamo producendo neve artificiale, ma il problema da questo punto di vista è la mancanza d’acqua, per cui le quantità che si possono utilizzare sono veramente minime».
Infine ci sono comprensori, come quello di Nara, che per politica propria decidono di ricorrere al minimo alla neve artificiale: «Noi non usiamo i cannoni sparaneve, se non per la manutenzione a fine stagione. Il nostro impianto è completamente costituito da neve naturale, con i gatti delle nevi che la spostano dove necessario».
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