La causa era stata intentata da Philip Evans già lo scorso anno, per brogli valutari su Forex, ritenuta impraticabile poi dal CAT. Ora, la Corte d’Appello ha ribaltato la situazione.
La causa legale da 2,7 miliardi di sterline (circa 3 miliardi di franchi), intentata nel 2022 da Philip Evans contro le più grandi banche tra cui JPMorgan e Citigroup per presunti brogli valutari, è stata rilanciata martedì dalla Corte d’Appello di Londra.
Evans, ex presidente dell’inchiesta all’autorità britannica per i mercati della concorrenza, aveva intentato la causa per conto di gestori patrimoniali, fondi pensioni e istituzioni finanziarie, scrive la Reuters.
E aveva portato il caso, originariamente anche contro Ubs, Barclays, NatWest e MUFG, su una base di opt-out. In altre parole, i potenziali ricorrenti sarebbero stati inclusi nel reclamo a meno che non avessero scelto di rinunciarvi.
Lo scorso anno, tuttavia, il Competition Appeal Tribunal (CAT) aveva
stabilito che le richieste di risarcimento potevano essere presentate solo su base opt-in: i ricorrenti, insomma, avrebbero dovuto aderire espressamente alla causa, nonostante le rendessero impraticabili.
La Corte d’Appello rimescola le carte
Martedì la situazione è stata completamente ribaltata dalla Corte d’Appello londinese che ha quindi fatto sì che il caso avanzasse presso il Cat.
JP Morgan, Citi, UBS, Barclays, Natwest e MUFG hanno tutti rifiutato di commentare.
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