Indennità per la perdita di guadagno: ecco cosa cambia

Redazione

22/12/2023

22/12/2023 - 11:36

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Le modifiche proposte potranno essere finanziate con le risorse attualmente disponibili dell’ordinamento delle indennità di perdita di guadagno.

Indennità per la perdita di guadagno: ecco cosa cambia

L’ordinamento delle indennità di perdita di guadagno è stato introdotto per indennizzare i soldati tenuti a prestare servizio militare per la perdita di guadagno subita. Successivamente è stato ampliato per indennizzare le persone che subiscono una perdita di guadagno in periodi legati alla genitorialità: durante il congedo per la nascita o l’adozione di un figlio e durante il congedo accordato ai genitori per permettere loro di assistere un figlio con gravi problemi di salute. In occasione della sua seduta del 22 dicembre 2023, il Consiglio federale ha posto in consultazione un progetto di modifica della legge sulle indennità di perdita di guadagno teso ad armonizzare le varie prestazioni e ad adeguarle alle nuove realtà sociali. La procedura di consultazione durerà fino al 12 aprile 2024.

Interventi parlamentari

Recentemente sono stati depositati diversi interventi parlamentari tesi a rimediare alle disparità di trattamento in seno all’ordinamento delle indennità di perdita di guadagno (IPG). Le madri, i padri (o le mogli delle madri), i genitori che assistono un figlio con gravi problemi di salute o i genitori adottivi, ad esempio, non hanno diritto alle prestazioni accessorie di questo ordinamento (assegni per i figli, assegni per l’azienda e assegni per spese di custodia), che sono invece versate alle persone che prestano servizio, sia esso militare, civile o di protezione civile. Il Consiglio federale ha dunque elaborato un progetto con diverse misure volte ad armonizzare le varie prestazioni dell’ordinamento delle IPG.

Ampliamento del diritto all’assegno per l’azienda

L’assegno per l’azienda è versato ai lavoratori indipendenti che prestano servizio per aiutarli a sostenere una parte delle loro spese fisse. Attualmente gli altri beneficiari di IPG che esercitano un’attività indipendente non hanno diritto a questa prestazione, sebbene debbano anch’essi sostenere spese di esercizio durante il loro congedo. In futuro l’assegno per l’azienda sarà quindi versato anche a loro.

Soppressione del diritto all’assegno per i figli

L’assegno per i figli era stato previsto prima dell’entrata in vigore della legge sugli assegni familiari (LAFam), ragion per cui non è più necessario. In effetti, questa prestazione comporta ormai un sovraindennizzo, dato che per principio ogni figlio dà diritto a un assegno per i figli ai sensi della LAFam, a prescindere dalla situazione personale o professionale del genitore, e va dunque soppressa.

Ampliamento del diritto all’assegno per spese di custodia
Le persone che prestano servizio e devono quindi affidare i figli alla custodia di terzi hanno diritto al rimborso delle spese comprovate sostenute a tal fine. Questa prestazione sarà mantenuta ed estesa a tutti i beneficiari di IPG.

Proroga del diritto all’indennità di maternità

Se per motivi medici il neonato deve restare in ospedale o tornarci immediatamente dopo la nascita, la durata del versamento dell’indennità di maternità può essere prolungata. Attualmente, però, non esiste alcuna regola analoga in caso di degenza ospedaliera prolungata della madre, benché quest’ultima non sia in grado di occuparsi del neonato in tale situazione. Con le modifiche proposte, il diritto all’indennità di maternità potrà dunque essere prolungato della durata effettiva della degenza ospedaliera, fino a un massimo di 56 giorni, come avviene già in caso di degenza prolungata del neonato.

Ampliamento del diritto all’indennità

Se almeno uno dei genitori deve interrompere l’attività lucrativa per occuparsi di un figlio che deve restare in ospedale per almeno quattro giorni, il genitore in questione avrà diritto all’indennità di assistenza per l’intera durata della degenza. Una volta che il figlio può tornare a casa, il diritto continuerà a sussistere anche durante la convalescenza, ma al massimo per tre settimane, se un certificato medico attesta la necessità di assistenza da parte dei genitori.

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