Francesca Cellina, ricercatrice senior all’Istituto sostenibilità applicata all’ambiente costruito della Supsi, quali azioni individuo e collettività possono fare nel concreto per ridurre l’impatto sul pianeta Terra.
Vivere senza auto, ridurre i voli transatlantici, passare a una dieta vegetariana o ancora meglio vegana, sono alcuni degli accorgimenti necessari per tagliare l’impatto che l’essere umano ha sul clima. Il cambiamento climatico, nonostante l’avvento del coronavirus e della guerra in Ucraina l’abbia portato in secondo piano, rimane uno dei maggiori temi di dibattito mondiale. In ballo la sopravvivenza del genere umano, perché si sa il nostro pianeta, la Terra, assiste a mutazioni climatiche dalla sua formazione.
L’importanza delle azioni individuali
Se le azioni del singolo individuo contano, le istituzioni non sono da meno. Tal volta sono le prime a dover dare dimostrazione della via da prendere. Secondo Francesca Cellina, ricercatrice senior all’Istituto sostenibilità applicata all’ambiente costruito della Supsi (Supsi-Isaac), alcune misure hanno a che fare con la messa a disposizione di alternative di servizi efficienti: «Se diciamo di “abbandonare l’uso dell’auto” ma non esiste un trasporto pubblico efficiente o lo è, ma è completamente dipendente dal petrolio, beh allora sono collettività e istituzioni a dover mettere a disposizione un’alternativa adeguata».
Quello che serve è un ripensamento complessivo al sistema socio-economico e tutti gli attori giocano un ruolo cruciale, per questo «sono necessari incentivi per permettere al cittadino di cambiare, quindi delle misure fisiche e tangibili che consentano a chi vuole di poterlo fare».
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