La tavola rotonda, organizzata dalla Divisione cultura della Città, sarà l’occasione per conoscere tre personalità del mondo cinematografico elvetico e approfondire i contenuti sui quali stanno lavorando.
Giovedì 25 agosto, alle 18, a Casa Pantrovà a Carona si terrà una tavola rotonda aperta al pubblico con Bettina Schmid, Daniel Kemény e Tommaso Donati, vincitori del concorso 2022 per le residenze di scrittura in ambito audiovisivo. L’incontro sarà moderato dal regista Erik Bernasconi.
Vincitori del concorso
Il concorso per le residenze presso Casa Pantrovà è stato indetto lo scorso marzo e la giuria composta da personalità del mondo della cultura e delle istituzioni (Divisione cultura Città di Lugano, Casa della Letteratura per la Svizzera italiana, Gruppo Registi e Sceneggiatori della Svizzera, Ticino Film Commission, Locarno Film Festival, Ufficio del sostegno alla cultura del Cantone Ticino, Castellinaria Festival del Cinema giovane), ha scelto, quali vincitori dei progetti in lingua italiana, i lavori di due giovani registi: Tommaso Donati e Daniel Kemény.
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Occasione per conoscere il cinema svizzero
La nuova residenza dedicata alla scrittura per ragazzi, aperta anche alle altre lingue nazionali, e creata in omaggio agli scrittori e fondatori di Casa Pantrovà Kurt Kläber e Lisa Tetzner, è stata attribuita alla sceneggiatrice Bettina Schmid, che gode di grande esperienza nell’ambito del teatro e della scrittura per opere audiovisive.
Incontro appassionante:
- “Robokids” di Bettina Schmid tratta argomenti fondamentali, quali l’amicizia, gli affetti e il superamento di una perdita utilizzando il tema del rapporto tra umani e robot dal punto di vista di una ragazzina.
- Tommaso Donati, con “Finestra su una città immaginaria”, s’ispira alle opere di Cesare Pavese e intende ritrarre una città di provincia immaginata, i suoi abitanti e i suoi misteri.
- Il progetto di Donati è tra i tre selezionati che seguiranno la seconda fase della Locarno Residency: un percorso di tutoraggio alla scrittura in più sessioni e sull’arco di un anno.
- Il lavoro di Daniel Kemény, invece, partendo da ricordi personali sviluppa una narrazione che s’ispira alla realtà di una gioventù "ribelle" nel contesto ticinese di fine anni Novanta.
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