Il vaiolo è una malattia infettiva famosa nella storia a causa della sua letalità e dei dolorosi sintomi che provoca. La recente epidemia di vaiolo delle scimmie coinvolge un virus dello proprio dello stesso genere. Che cosa provoca il vaiolo? Scoprilo continuando a leggere l’articolo.
Il vaiolo è stata di certo una delle malattie infettive più gravi, contagiose e letali che l’umanità abbia mai conosciuto. È inoltre ricordata per essere stata la prima malattia eradicata della storia, nonché la prima ad essere stata combattuta tramite il vaccino. Il vaiolo delle scimmie, una malattia molto chiacchierata oggi in seguito all’epidemia in corso, proviene dalla stessa famiglia del vaiolo, con il quale condivide molte caratteristiche. Quali sono i sintomi del vaiolo?
Che cos’è il vaiolo?
È considerata la malattia che ha mietuto più vittime nel corso della storia, una delle più contagiose e letali che l’uomo abbia mai dovuto affrontare. Il vaiolo è causato da due varianti del virus Variola, la Variola maior e la Variola minor, e nel mondo anglosassone è conosciuto con il nome di “smallpox”.
Non è ben definita la sua comparsa sulla terra, ma si presume che si sia evoluto tra i roditori. Sembra essere emerso nella popolazione umana intorno al II secolo a.C., e la prima prova della sua manifestazione sarebbe la mummia del faraone egizio Ramses V, che mostrava i sintomi tipici del vaiolo. Da lì in poi, il virus è diventato endemico soprattutto in India, Africa e Sud America, ma ha contagiato milioni e milioni di persone in tutto il mondo. Si ritiene sia stato responsabile di 300/500 milioni di morti nel corso della storia, raggiungendo un’altissima letalità media del 69%.
La nascita del vaccino
Il metodo di trasmissione del virus si verificava per via aerea, mediante l’inalazione di goccioline provenienti da altri individui infetti. Raggiungeva la sua massima contagiosità una volta apparsi i sintomi. Oltre alla sua altissima letalità, il virus è ricordato per essere stato il primo eliminato dalla faccia della terra. Questa vicenda risale alla fine del ‘700, quando il medico di campagna britannico Edward Jenner, in seguito ad approfondite ricerche, notò come gli allevatori di bovini non venivano contagiati dal vaiolo, o lo sviluppavano in forma lieve. Da lì scoprì che questi venivano infatti contagiati dal vaiolo bovino, che aveva meno effetto sugli esseri umani. Jenner ebbe l’intuizione che iniettando il virus più debole nelle persone, queste venivano protette dall’infezione grave del vaiolo. È per questa ragione che il vaccino si chiama in questo modo, dato che il termine si riferiva al “vaiolo vaccino” (dei bovini). Dalla scoperta di Jenner, la tecnica della vaccinazione è considerata una delle più grandi scoperte della medicina, che è stata in grado di azzerare la presenza del vaiolo sul pianeta, con l’ultimo caso datato 1977.
Le similitudini con il vaiolo delle scimmie
I sintomi del vaiolo erano subito riconoscibili. In realtà le due varianti del virus, la Variola maior e la Variola minor, erano radicalmente diverse in termini di letalità e gravità dei sintomi, dato che la variante minor aveva un tasso di letalità inferiore all’1%. Il virus si localizzava a livello della cute, del cavo orale e della faringe, il più classico dei suoi sintomi era il cosiddetto “rash” cutaneo, ovvero la comparsa di vescicole piene di liquido, molto dolorose, che se scoppiavano risultavano molto contagiose. A queste si aggiungevano febbre, dolori muscolari, cefalea e malessere generale. La Variola maior possedeva forme modificate, come quella maligna e quella emorragica, che ne aumentavano la letalità.
Il vaiolo delle scimmie, che recentemente si sta espandendo nei Paesi occidentali, è un virus della stessa famiglia e dello stesso genere del vaiolo. Possiede infatti caratteristiche quasi analoghe, sia per la trasmissione sia per i sintomi, se non fosse che questi ultimi si manifestano in forma molto più lieve. Si sta notando inoltre come le persone precedentemente vaccinate contro il vaiolo siano immuni al vaiolo delle scimmie.
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