Made in Suisse a rischio: a causa della proroga del dazio minimo per lo zucchero fino al 2026 i costi di produzione in Svizzera sono troppo elevati e si ripercuotono sul consumatore, che sempre più spesso preferisce marchi esteri.
Gli svizzeri mangiano meno cioccolato e sempre più straniero. È quanto emerge dai dati diffusi oggi da Chocosuisse, l’associazione dei produttori svizzeri.
Dopo il forte calo causato dalla pandemia, lo scorso anno le vendite di cioccolato svizzero hanno ripreso a crescere, nonostante ancora al di sotto del livello pre-crisi. Rispetto al 2020, l’anno scorso le vendite sono aumentate del 9,5%, l’1,6% in meno rispetto al 2019.
Esportazioni
In ripresa l’attività di esportazione, nel 2021 il cui volume è aumentato del 10,8% rispetto al 2020 e il fatturato generato del 15,5%. A trainare il mercato la Germania, seguita da Francia, Canada, Regno Unito e Usa.
Vendite interne
Rispetto al 2020, l’anno scorso in Svizzera è stato consumato più cioccolato svizzero per il 6,6% in più. I principali contributi a ciò sono stati il secondo trimestre del 2021 e la forte crescita dei semilavorati. Il volume delle vendite interne è stato solo leggermente inferiore all’anno pre-crisi 2019. In crescita anche il fatturato del 7,7%, pur rimanendo al di sotto del livello del 2019 (- 8,4 %).
Aumenta l’importazione
Choccosuisse sottolinea che negli ultimi 10 anni la quota d’importazione è decisamente aumentata. Nel 2021 il cioccolato estero presente sul mercato svizzero era di circa il 42% (nel 2011: 34%). L’associazione riconduce l’andamento a due ragioni principali: da una parte il consumo di cioccolato svizzero si è ridotto (da 8 kg a 6,6 kg pro capite) e dall’altra le persone mangiano più cioccolato importato (da 4 kg a 4,7 kg pro capite).
Dipendenti
In diminuzione nel 2021 il numero dei dipendenti nell’industria svizzera del cioccolato. Rispetto al 2019, l’industria ha impiegato il 5% in meno. In Svizzera ci sono 16 aziende produttrici che vedono impiegati complessivamente 4’378 persone.
Sfide per la Svizzera
Riguardano soprattutto la sfera politica. Secondo Choccosuisse il Parlamento avrebbe aggravato la situazione, prorogando il dazio minimo per lo zucchero fino al 2026. Con l’aumento dei costi di produzione di cioccolato in Svizzera, a beneficiarne saranno soprattutto le importazioni estere.
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