Dopo la conferma della proroga, il Consiglio federale ha confermato che effettuerà una valutazione considerando eventuali modifiche, tenendo conto anche delle iniziative popolari.
Il Consiglio federale riconosce l’importanza di una SSR radicata a livello regionale e intende avere una visione d’insieme sul suo futuro sviluppo entro un anno. Pertanto, il 26 aprile 2023 ha deciso di prorogare l’attuale concessione, la cui scadenza è prevista per fine 2024.
Il CF valuta modifiche alla concessione
L’attuale concessione SSR scade a fine 2024. Il 7 settembre 2022, il Consiglio federale ha incaricato il DATEC di avviare i lavori per la nuova concessione. Nella riunione del 26 aprile 2023 il CF ha tuttavia deciso di interrompere per il momento tali lavori. Con la loro sospensione, il Consiglio federale intende mantenere aperte diverse opzioni per il futuro.
Entro un anno prevede di avere una visione complessiva della SSR, tenendo conto anche dell’iniziativa popolare federale "200 franchi bastano! (Iniziativa SSR)", nel caso in cui questa dovesse essere presentata. La durata della proroga dell’attuale concessione sarà decisa in un secondo tempo.
Il compito statale della SSR
La SSR, attraverso le sue corrispettive nelle varie regioni linguistiche, svolge il ruolo di servizio pubblico nazionale per quanto riguarda i media radiotelevisivi dal 1931. Benché spesso venga considerata un’azienda statale, secondo la definizione corretta la SSR è un’associazione privata gestita secondo i principi del diritto delle società anonime, operante attraverso un’azienda che fornisce un’offerta mediatica finanziata con fondi pubblici. A questo scopo la società riceve il canone radiotelevisivo e un mandato definito politicamente.
Il panorama mediatico in Svizzera, così come nel mondo, sta però cambiando radicalmente nel corso degli ultimi anni, con le aziende statali del settore che stanno vedendo rivoluzionato il proprio ruolo e il proprio pubblico.
Cambierà il costo del canone?
È più che probabile che la SSR continuerà a svolgere il suo ruolo di emittente nazionale ancora a lungo. Le intenzioni del CF sono infatti state chiare nel voler riconfermare tale mandato all’azienda. Tuttavia, a causa della varietà di contenuti multimediali a cui il pubblico di oggi ha accesso, molti cittadini ritengono il canone di 335 franchi svizzeri ormai troppo elevato.
Lo stesso Consiglio Federale afferma di aver preso considerazione di tali iniziative, come quella popolare federale "200 franchi bastano! (Iniziativa SSR)”, presentata da parte dell’UDC, dell’Unione delle arti e dei mestieri (Usam) e dei Giovani PLR, che come si intende propone l’abbassamento del costo del servizio. Il CF ha quindi comunicato che valuterà modifiche per la nuova concessione: è in arrivo un canone più economico?
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