La misura coinvolge circa 1000 collaboratori, le cui retribuzioni saranno dedotte complessivamente di 50-60 milioni di franchi.
Berna ha incaricato il Dipartimento federale delle finanze (DFF) di sopprimere tutte le retribuzioni variabili non ancora versate ai tre massimi livelli gerarchici di Credit Suisse, oppure di ridurle del 50 o del 25 per cento. Lo ha deciso l’Esecutivo nella seduta di mercoledì, stabilendo inoltre che Credit Suisse dovrà esaminare la possibilità di restituire le retribuzioni variabili già corrisposte e redigere un pertinente rapporto da presentare al Dff e all’Autorità federale di vigilanza sui mercati finanziari (Finma). Ubs dovrà invece stabilire un criterio nel suo sistema retributivo che consenta una realizzazione efficace, e quindi possibilmente proficua, degli attivi di Credit Suisse coperti dalla garanzia di perdita statale. La grande banca dovrà anche sì mantenere una condotta consapevole e adeguata nella gestione dei rischi.
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Lo scorso 19 marzo, il Consiglio federale ha stanziato un pacchetto di misure per sostenere l’acquisizione di Credit Suisse da parte di Ubs che comprende anche garanzie della Confederazione per il sostegno della liquidità erogato dalla Banca nazionale svizzera, pari a 100 miliardi di franchi a Credit Suisse. Come altre garanzie secondarie, pari ad altri 9 miliardi di franchi, per eventuali perdite che Ubs potrebbe subire nella vendita di determinati attivi di Credit Suisse. Conformemente all’articolo 10a della legge dell’8 novembre 1934 sulle banche (RS 952.0), se a una banca di rilevanza sistemica è accordato un aiuto statale diretto o indiretto con fondi della Confederazione, il Consiglio federale ordina misure concernenti le retribuzioni.
Stop alle retribuzioni variabili di CS
Per quanto riguarda Credit Suisse tutte le retribuzioni variabili dei massimi livelli gerarchici (direzione) non ancora versate alla fine del 2022 vengono soppresse, ridotte del 50 per cento (primo livello gerarchico al di sotto della direzione) o del 25 per cento (secondo livello gerarchico al di sotto della direzione). In tal modo si tiene conto del diverso grado di responsabilità dei quadri superiori per la situazione di Credit Suisse. Questo intervento interessa le retribuzioni di circa 1000 collaboratori, da cui verrà dedotto un importo complessivo di 50–60 milioni di franchi. Attualmente le retribuzioni variabili differite degli oltre 49 000 collaboratori ammontano a 635 milioni di franchi (corso azionario: fr. 0.76); al momento dell’assegnazione ai collaboratori, il valore di tali retribuzioni era ancora pari a 2,76 miliardi di franchi. In altri termini, a causa dell’andamento negativo delle azioni di Credit Suisse, tutti i collaboratori hanno già subito perdite per oltre due miliardi di franchi. Sono inoltre soppresse o ridotte tutte le retribuzioni variabili del 2023 per i tre massimi livelli gerarchici fino al completamento dell’acquisizione da parte di Ubs. Credit Suisse dovrà inoltre esaminare le possibilità di restituire le retribuzioni variabili già corrisposte e redigere un pertinente rapporto da presentare al Dff e alla Finma.
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Cosa spetta a Ubs
Ubs, dal canto suo, dovrà prevedere nel suo sistema retributivo un criterio per le persone che si occuperanno della realizzazione degli attivi di Credit Suisse coperti dalla garanzia statale, secondo cui la garanzia di perdita non deve essere utilizzata. In questo modo viene incentivata una realizzazione possibilmente proficua dei summenzionati attivi. Ubs deve inoltre continuare a tenere adeguatamente conto di fattori come la consapevolezza dei rischi e il rispetto delle regole di condotta nel suo sistema retributivo.
Il Dff concederà agli interessati il diritto di essere sentiti prima di emanare le pertinenti decisioni all’attenzione di Credit Suisse e UBS. La Finma esamina l’attuazione delle misure da parte delle banche.
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