Tra i principi sono previsti un trasferimento dei diritti di imposizione nei Paesi di commercializzazione e l’applicazione di un’aliquota di imposta globale del 15% almeno.
Nei giorni scorsi l’Inclusive Framework dell’OCSE, a cui partecipano 193 Paesi, ha pubblicato i principi della futura imposizione delle grandi imprese attive a livello internazionale. La Svizzera ha aderito a questi principi, ma con delle riserve e condizioni.
Tra i principi sono previsti un trasferimento dei diritti di imposizione nei Paesi di commercializzazione e l’applicazione di un’aliquota di imposta globale del 15% almeno, due pilastri che guidano i principi della futura imposizione delle grandi imprese.
L’adesione della Svizzera e le riserve
Insieme ad altri Paesi anche la Svizzera ha aderito ai principi della futura imposizione delle grandi imprese anche se con forti riserve. L’adesione è stata spinta dall’obiettivo di consentire il prosieguo del progetto, ma l’approvazione sarà subordinata a specifiche condizioni.
L’accordo interesserà le grandi imprese e in particolare le norme si muovono su due pilastri, che saranno elaborati nel dettaglio entro la fine del 2021:
- il primo pilastro prevede il trasferimento dei diritti impositivi negli Stati di commercializzazione. Quindi le imprese con una cifra di affari di oltre 20 miliardi di euro e un margine di profitto del 10% sono imponibili sulla parte del loro profitto conseguito nello Stato di commercializzazione. In Svizzera in numero di queste imprese sembrerebbe ridotto;
- il secondo pilastro, invece, prevede un’aliquota minima di almeno il 15% per le imprese attive a livello internazionale con una cifra d’affari annuale di oltre 750 milioni di euro. Questa soglia al momento viene superata da circa 200 imprese svizzere nonché da diverse filiali svizzere di gruppi esteri.
A lavoro anche il Dipartimento federale delle finanze
Insieme al lavoro dell’OCSE, entro il primo trimestre del 2022 il Dipartimento federale delle finanze elaborerà in collaborazione con altri dipartimenti, con i Cantoni e le città, ma anche con il settore economico e la comunità scientifica alcune proposte da porre all’attenzione del Consiglio federale che possano garantire l’attrattiva della piazza economica svizzera e allo stesso tempo che possano essere riconosciute anche a livello internazionale.
D’altra parte è senza dubbio evidente che la fiscalità internazionale ha assunto un ruolo nel tempo di maggiore importanza nel contesto globalizzato dei mercati, dal momento che fornisce gli strumenti necessari per la coordinazione del potere impositivo che gli Stati possono esercitare sulle imprese internazionali che operano nei rispettivi territori. E sebbene ogni Stato ha il potere di scegliere le proprie regole impositive, ve ne sono alcune che sono riconosciute a livello internazionale quindi al di là dei confini territoriali dello Stato.
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