La perdita ante imposte è pari a 1,3 miliardi di franchi, con un utile netto di 2,7 miliardi. Domani attesi risultati trimestrali Ubs.
Un risultato che fa male, ma allo stesso tempo atteso. Credit Suisse nel primo trimestre dell’anno ha registrato nuovi massicci deflussi di liquidità. Lo ha riferito questa mattina la banca, segnalando che gli utili sono stati significativamente influenzati dalle misure adottate nel suo salvataggio. Ad ogni modo, l’acquisizione da parte di Ubs non è bastata per fermare l’emorragia. Il risultato segna infatti un’ingente perdita ante imposte di 1,3 miliardi di franchi con un utile netto di CHF 2,7 miliardi. Nonostante il risultato sia più grave rispetto alle attese, il risultato raggiunto dal gruppo è stato possibile con la risoluzione delle obbligazioni AT1 per un importo di 15 miliardi di franchi.
Il deflusso di denaro è stato pari a 61,2 miliardi di franchi, a fronte dei 123,2 miliardi di franchi registrati complessivamente nel 2022, di cui 110,5 miliardi solo nel quarto trimestre. A dicembre 2022, i deflussi erano infatti diminuiti rispetto alla restante parte dell’anno, ma la tendenza non si era invertita. I più massicci sono stati registrati nella gestione patrimoniale: circa il 9% dei fondi è stato prelevato. Nelle attività con la clientela hanno segnato il 3%.
Alla fine di marzo dei quest’anno, Credit Suisse registrava un patrimonio gestito pari a 1’250 miliardi di franchi, a fronte dei 1’290 miliardi di franchi di fine 2022.
leggi anche
Credit Suisse-Ubs: il «no» del Consiglio nazionale è stato un autogol? Le reazioni della politica ticinese
Influisce il salvataggio
A dominare in questi primi tre mesi, le misure di salvataggio messe in campo da Confederazione e Bns. Tra le diverse misure, l’azzeramento delle obbligazioni AT1. Con questa mossa, la banca presenta un utile netto di 12,4 miliardi di franchi tra gennaio e marzo.
Con la vendita del Securitised Products Group (SPG), Credit Suisse ha beneficiato di una plusvalenza di 0,7 miliardi di franchi.
Per via degli ingenti deflussi, la Bns aveva predisposto un prestito pari a 109 miliardi di franchi. Alla fine di aprile, l’indebitamento è sceso a 108 miliardi, a fronte di un rimborso di 60 miliardi. Entro il 24 aprile, ne sono stati rimborsati altri 10.
Con il piano di salvataggio, il rapporto medio di copertura della liquidità (LCR) del gruppo era del 178% alla fine del trimestre. A fronte di un LCR medio alla fine del 2022, del 144%.
Ultimo trimestrale di Credit Suisse?
Questo risultato trimestrale sarà verosimilmente l’ultimo diffuso da CS come banca indipendente. Guardando al prossimo trimestre, Credit Suisse ipotizza ancora una massiccia perdita ante imposte. Così come a fine anno. La variabilità dipende dallo sviluppo dei prelevamenti da parte dei clienti e dall’uscita delle divisioni di attività secondarie, nonché dagli effetti dei tagli sul personale. Fa sapere, inoltre, che il gruppo sta adottando misure protettive per le attività con i clienti e sul controllo dei rischi.
Domani sono attesi i dati trimestrali di Ubs ed è possibile che si conosceranno ulteriori dettagli sulle tempistiche e sulla road map dell’acquisizione.
La reazione dei mercati
Dopo la pubblicazione del risultato, il consensus ha accolto positivamente i dati diffusi da Credit Suisse, soprattutto poiché non sono apparsi nuovi scheletri nell’armadio. Almeno per il momento.
Poco prima delle 10, le azioni Ubs erano in crescita dell’1,1% a CHF 18,25 e titoli Credit Suisse dell’1,5% a CHF 0,8018. Alla luce di un mercato piuttosto debole, per via della cessione dei dividenti di Nestlé.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Iscriviti alla newsletter