Il finanziamento dal basso, che chiede aiuto ai pari invece che alle banche, è sempre piaciuto alla Svizzera: per la prima volta conosce ora un ribasso.
Un’idea innovativa, lungimirante, originale: di quelle che richiedono un atto di fiducia, in chi investe il suo futuro e chi, invece, i propri soldi. Non ancora solida quanto le banche pretendono per concedere un prestito, priva di garanzie di successo: è qui che il crowdfunding, finanziamento dal basso che chiede aiuto alle persone invece che credito agli istituti, si è sviluppato fino a diventare quasi motivo d’orgoglio per la Svizzera, pronta a credere negli altri e a dare una mano ai giovani imprenditori privi di mezzi finanziari adeguati. Ed è qui che le start-up hanno proliferato, anche in Ticino, negli scorsi anni. Pare, però, che qualcosa sia cambiato, almeno a giudicare da quanto accaduto lo scorso anno, quando numeri in costante ascesa hanno invece registrato un ribasso.
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Un calo di oltre 100 milioni di franchi
Vero è che il 2021 è stato un anno record, probabilmente irripetibile sotto questo aspetto; ma è vero anche che l’anno successivo il calo è stato importante e, soprattutto, primo in una storia fata di cifre sempre più elevate. Secondo i monitoraggi della della Scuola universitaria professionale di Lucerna, raccolti nelle pagine del «Crowdfunding Monitor Switzerland», nel 2022 i progetti elvetici hanno ottenuto "solo" 622 milioni di franchi dal crowdfunfing, ben 129 milioni di franchi in meno.
Colpa dei tassi di interesse
Inizio del disamore verso una modalità di finanziamento carica di rischi o esito della complicità di una situazione economica meno favorevole? Ѐ qui che vanno a parare gli autori dello studio, in cerca di spiegazioni plausibili, puntando il dito in particolare contro i tassi di interesse. «Tassi di interesse più elevati tendono ad avere un effetto inibitore sulla domanda di capitale», osservano, spiegando come opportunità di investimento alternative e più sicure abbiano per questo motivo avuto la meglio.
L’eccezione delle pmi
Unica eccezione, in un panorama in declino, le piccole e medie imprese, che in netta controtendenza avrebbero ricevuto il 28% di finanziamenti in più con il crowdfunding, per un importo di 141,9 milioni di franchi complessivi. La sorpresa è però contenuta. «I prestiti alle pmi tramite piattaforme sono in continua crescita da anni», precisa Andreas Dietrich, fra gli autori dello studio, puntualizzando però anche come la pandemia abbia costretto anche su questo fronte a un rallentamento. Situazione poi rientrata. «A questo proposito, il finanziamento delle pmi è ora tornato sul suo precedente percorso di crescita».
Previsioni 2023: in linea con il 2022
Si attende ora di capire quale sarà la risposta nel 2023: se confermerà la tendenza al ribasso o se archivierà il 2022 come un’anomalia. Le previsioni parlano di importi analoghi a quelli del 2022, dunque quantomeno di una stabilizzazione. Se così accadesse, anche in questo caso la mancata crescita si spiegherebbe con le incertezze macroeconomiche.
Prossimo obiettivo: finanziamento del debito
Non resta perciò che mettere in atto delle strategie, per dare più appeal al crowdfunding che non tutti conoscono davvero in tutti i suoi aspetti e potenzialità. A tal proposito, spiegano gli esperti, è necessario far crescere consapevolezza sulle sue opportunità soprattutto nel settore del finanziamento del debito.
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