Il QIA era diventato il secondo azionista di Credit Suisse.
Con la vendita di Credit Suisse a Ubs sono diversi gli investitori ad aver subito gravi perdite. Tra loro anche il Fondo sovrano del Qatar che ha richiesto una consulenza legale per esaminare la questione e dunque capire se possa far valere o meno le proprie ragioni nei confronti della Svizzera. Non è noto a quale studio legale sia stato coinvolto, le fonti della Reuters hanno però riferito che si tratterebbe di un ufficio specializzato in arbitrato internazionale, con sedi a Londra e Parigi.
QIA aveva deciso di aumentare la sua quota di partecipazione a Credit Suisse, nel piano di ristrutturazione strategica. Con poco meno del 7%, era divenuto il secondo maggior azionista, dietro alla Saudi National Bank che possedeva circa il 10%.
Stando ai calcoli della Rueters, la vendita della banca a Ubs comporterà per la Qatar investment Authority (QIA) una perdita di 330 milioni di dollari. Per ora il mandato dello studio legale coinvolto esplorativo. E non è ancora detto detto che l’epilogo sia una denuncia dei confronti della Confederazione.
Controversia regolata da un accordo tra Stati
Nel caso di denuncia, QIA e la Confederazione sarebbero chiamati a processo, lo stabilisce un trattato siglato tra il Consiglio federale svizzero e il governo dello Stato del Qatar. Stando al documento, le parti hanno sei mesi per risolvere amichevolmente l’eventuale controversia.
Nel caso in cui non fosse raggiunto un accordo, dovrà essere inoltrata una richiesta all’International Center for Settlement of Investment Disputes (ICISD), istituzione arbitrale internazionale istituita dalla Banca mondiale negli anni Sessanta per risolvere controversie legali tra investitori internazionali e Stati. I funzionari di QIA, Ubs, il ministero delle finanze svizzero e Credit Suisse hanno rifiutato di commentare, scrive la Reuters.
Investitori pagano i pasticci dei manager
L’investimento in questione risale al 2008. La solidità mostrata ai tempi, quando era riuscita a resistere alla crisi finanziaria mondiale che aveva travolto anche Ubs, Credit Suisse era stata identificata come un rifugio sicuro per gli investimenti. Nel tempo, però, la gestione sconsiderata da parte dei manager e dell’Investment banking ha portato una delle più importanti banche svizzere al tracollo.
Secondo la fonte della Reuters, nel corso degli anni QIA ha ricevuto pagamenti di interessi sulle obbligazioni del Credit Suisse, facevano parte del suo investimento del 2008. Ottenendo così un guadagno complessivo.
Acquisizione decisa a tavolino
Ricordiamo che il salvataggio di Credit Suisse da parte di Ubs è avvenuto con la mediazione della Confederazione, di Finma e della Banca nazionale svizzera. In quel fine settimana decisivo per le sorti della banca svizzera, non è stato concesso agli azionisti di votare sull’accordo.
Le controversie legate all’acquisizione di Credit Suisse da parte di Ubs andrannoa avanti per lungo tempo, molto probabilmente. Lo scorso mese più di mille investitori hanno citato in giudizio la Finma riguardo l’annullamento delle obbligazioni AT! Per un valore di 16 miliardi di franchi.
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