Il CS ha saldato i propri debiti allo Stato, ripagando le garanzie statali di liquidità e i prestiti del Governo e della BNS
Alla fine di maggio la Confederazione ha ottenuto un totale di 110,6 milioni di franchi svizzeri dalla concessione di garanzie finanziarie per l’acquisizione di Credit Suisse (CS) da parte di UBS. L’istituto bancario scampato al crollo ha infatti interamente rimborsato i fondi, secondo quanto riportato dal Dipartimento federale delle finanze (DFF).
La fine della crisi bancaria?
È fatta per l’intero rimborso del prestito da parte di Credit Suisse, come aveva già spiegato martedì il ministro delle Finanze Karin Keller-Sutter. Lo Stato aveva già raccolto quasi 80 milioni di franchi alla fine di aprile, e a questa cifra «si aggiungono le entrate della Banca nazionale svizzera» aveva precisato la Consigliera federale.
Keller-Sutter era intervenuta anche sulle possibili manovre del governo per rafforzare la solidità del sistema bancario elvetico, dopo le difficoltà evidenziate negli ultimi mesi: «la sorveglianza dei mercati finanziari deve certamente essere rafforzata».
Le garanzie statali da rimborsare
Nel dettaglio, Credit Suisse ha pagato premi di rischio cumulativi per 60,6 milioni di franchi per l’assistenza di liquidità garantita dalla Confederazione nel periodo tra il 20 marzo e il 31 maggio, come si evince da un elenco corrispondente sul sito web del DFF. La grande banca, infatti, doveva pagare un premio di rischio dell’1,5% sui prestiti effettivamente utilizzati per quelli erogati nell’ambito del cosiddetto "Public Liquidity Backstop" (PLB).
Si tratta di una forma di garanzia statale per le banche sistemiche, alla quale si ricorre quando la liquidità propria di un istituto non basta più per soddisfare i suoi obblighi finanziari e, secondariamente, quando le possibilità della banca centrale di prestare aiuti in cambio di sufficienti garanzie sono esaurite.
Quali erano i debiti di Credit Suisse?
Ai premi di rischio si aggiungono quelli per l’erogazione del prestito, che a fine maggio ammontavano a 50 milioni di franchi. Tuttavia, questi premi devono essere trasferiti solo dopo la risoluzione del contratto di prestito. Il premio di impegno dello 0,25% si riferisce alla somma totale di 100 miliardi di franchi che CS poteva prelevare.
Per la grande banca, questo non è l’intero costo della liquidità di emergenza: ha dovuto pagare anche gli interessi e un premio di rischio alla Banca nazionale svizzera (BNS). A marzo il CS, che si trovava in piena crisi, ha avuto accesso a ulteriori prestiti dalla banca centrale e al prestito garantito dal governo federale. Oltre all’aiuto di liquidità ("Emergency Liquidity Assistance" ELA) di 50 miliardi coperto da garanzie dell’istituto, la BNS aveva concesso a CS e UBS un ulteriore prestito di assistenza di liquidità coperto da privilegio fallimentare, per un totale di 100 miliardi ("ELA Plus”).
Dopo l’annuncio, le azioni di Credit Suisse sono salite dello 0,51% a 0,7900 franchi sul SIX Swiss Exchange.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Iscriviti alla newsletter