In questa data ricorre la fine dell’inverno e l’inizio della primavera, e il giorno e la notte hanno la stessa durata.
L’inverno finisce ed è in arrivo la primavera, la stagione della fioritura, dove i colori tornano a ravvivare la natura e ritorna gradualmente il caldo. In molti si chiedono da cosa derivino le stagioni e perché sono così diverse tra di loro. La credenza popolare insegna che le stagioni cambiano sempre il 21 di marzo, giugno, settembre e dicembre, ma in realtà non è affatto così. Le stagioni sono periodi astronomici variabili nel tempo, per cui le date che sanciscono la fine e l’inizio di queste sono sempre diverse. Quando cade l’equinozio di primavera quest’anno?
Da cosa derivano le stagioni?
Come tutti sappiamo, l’anno solare è composto da quattro stagioni. Queste sono in pratica i quattro periodi astronomici che compongono la durata di un anno. Le stagioni sono diverse tra di loro poiché corrispondono a grandi linee a dei periodi in cui la Terra è colpita in modo differente dai raggi solari. La diversa angolazione con cui le radiazioni solari impattano il nostro pianeta definiscono i cambiamenti del clima nei quattro diversi periodi.
I passaggi di stagione in stagione sono sanciti da due equinozi e due solstizi, quattro luoghi del percorso di rivoluzione della Terra, che si trovano su linee perpendicolari tra loro.
Cosa significa equinozio?
L’equinozio di marzo, o di primavera, nell’emisfero boreale è quella data in cui termina l’inverno e inizia la primavera. Benché per consuetudine si pensa che il periodo più freddo dell’anno finisca sempre il 21 marzo, secondo la concezione astronomica non è così.
Il termine equinozio deriva dal latino “aequĭnoctĭum”, derivato a sua volta dalla frase “aequa nox”, letteralmente “notte uguale”. Perciò la parola dovrebbe indicare una giornata in cui il dì e la notte hanno la stessa durata. Questo fenomeno accade due volte nel corso dell’anno, e rappresenta l’unico momento nel quale i raggi del sole colpiscono la terra in modo perpendicolare.
Perché la data varia negli anni?
Come mai quindi la data dell’equinozio non è mai costante? La ragione è che l’asse terrestre non è esattamente equilibrato sui due poli esatti del pianeta, per cui non è perpendicolare nemmeno al moto di rivoluzione intorno al sole. Per questa ragione la luce solare non incide mai in ogni istante con la stessa angolazione, ma appunto varia costantemente. Ciò causa ogni anno un momento differente degli equinozi, e nel 2023 l’equinozio primaverile avviene esattamente il 20 marzo alle 22.24.
Inoltre, visto che il percorso del sole e quello della terra non coincidono tutti gli anni allo stesso modo, in quanto non si ripete con gli stessi intervalli, i solstizi e gli equinozi ritardano ogni anno di circa 6 ore. Per evitare lo slittamento delle stagioni all’interno del calendario gregoriano, sono stati introdotti gli anni bisestili, nei quali vengono aggiunte 24 ore in recupero delle 6 perse nel giro di quattro anni. Questi tuttavia non tengono conto dei calcoli astronomici precisi.
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Una giornata di festa in molte parti del mondo
In passato, l’equinozio di primavera è stata una ricorrenza protagonista di alcune curiosità storiche e culturali molto particolari. In questa data ricorrevano numerose festività di molte civiltà antiche, alcune ancora al giorno d’oggi. La Pasqua ebraica si celebra il giorno dell’equinozio primaverile, in ricordo dell’esodo dall’Egitto. Anche l’antica festività egiziana di El Nessim, che risale a circa 47mila anni fa, si celebra ancora oggi in questa giornata.
Per molte culture e religioni, a causa del significato astronomico, l’equinozio sancisce l’arrivo del nuovo anno. In questo contesto veniva festeggiato nell’antica Mesopotamia e nella cultura persiana, e ancora oggi viene considerato tale dal calendario iraniano e in quello Bahá’í.
In pochi sanno che il calcolo del giorno della Pasqua cristiana segue la definizione proprio dell’equinozio di marzo, dato che la festività ricade la prima domenica che segue il plenilunio dell’equinozio di primavera. Il giorno di Pasqua può capitare infatti al più presto il 22 marzo e al più tardi il 25 aprile.
Infine, la data del 21 marzo è tutt’oggi una giornata festiva in molti Paesi del mondo, tra cui in Giappone, India, Turchia, Azerbaigian, Afghanistan, Zanzibar, Albania e in diversi Paesi dell’Asia Centrale, oltre che nelle culture dei curdi.
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