Secondo Creditreform, da gennaio a ottobre, hanno dichiarato fallimento il 34% delle aziende in più rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso.
Rincaro dei prezzi energetici, guerra in Ucraina, difficoltà sulle catene di approvvigionamento. Sono solo alcune delle tante cause che in questo 2022 hanno messo con le spalle al muro numerose aziende. Da gennaio a ottobre, infatti, il numero di fallimenti è aumentato del 35% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. In altre parole, stando ai dati diffusi dall’agenzia di recupero crediti Creditreform lunedì mattina, hanno chiuso i battenti 5’500 aziende, 1’400 unità in più rispetto allo scorso anno.
Aumentano i fallimenti rispetto al pre pandemia
Facendo poi un confronto con i dati pre pandemia, rispetto al biennio 2018-2019, hanno dichiarato fallimento l’8% in più. Durante la pandemia diverse aziende sono state aiutate dai fondi stanziati dalla Confederazione e gli autori dello studio ipotizzano che alcune delle imprese insolventi fossero già in difficoltà prima della crisi, mantenute in vita dagli aiuti dello Stato e ora costrette a tirare le somme in un contesto precario. I settori più colpiti sono quelli dell’informatica, dei servizi finanziari e assicurativi e dell’ingegneria meccanica.
Senza tenere conto dei cantoni più piccoli, l’indagine ha mostrato che principalmente i fallimenti sono aumentati nei cantoni di Zugo con un aumento del 63%, Lucerna del 47,3% e Svitto del 33%. Ci sono però stati dei cantoni con un calo notevole dei fallimenti fra cui Vallese (-21,4%), Grigioni (-23%), Ginevra (-17%) e San Gallo (-12,4%).
Fallimenti verso un nuovo massimo
Con il procedere verso la fine dell’anno, Creditreform ipotizza una situazione in peggioramento: sarà infatti raggiunto un nuovo massimo per le insolvenze e prospetta che oltre 6’600 aziende non riusciranno a sopravvivere. Nel 2021 le attività che avevano dichiarato fallimento erano state 5’100.
Calano le domande di nuove attività
Su base annua, nei primi dieci mesi dell’anno, il numero di nuove imprese è diminuito dell’1,2%. Creditreform prevede, infine, la registrazione complessiva di circa 49 mila nuove attività in questo 2022, ovvero il 4% in meno rispetto all’anno scorso.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Iscriviti alla newsletter