Complessivamente il mercato russo cuba qualche centinaio di modelli per le due case automobilistiche.
Ferrari ha deciso di sospendere la produzione di auto per il mercato russo fino a nuovo avviso. Ne dà notizia la scuderia di Maranello, che ha precisato di voler continuare a monitorare da vicino la situazione nel rispetto di tutte le regole, regolamenti e sanzioni.
Le parole di Vigna
“Ferrari è vicina alla popolazione ucraina in questo terribile momento storico” – ha dichiarato Benedetto Vigna, CEO di Ferrari – “Mentre speriamo in un rapido ritorno al dialogo e in una soluzione pacifica, non possiamo rimanere inermi di fronte alle sofferenze dei civili colpiti. A loro vanno i nostri pensieri e la nostra solidarietà. Siamo pronti a fare la nostra piccola parte a fianco di quelle istituzioni che portano un sollievo concreto al dramma umanitario”.
Aiuti alla popolazione ucraina
Ferrari ha annunciato che donerà un milione di euro in segno di solidarietà ai cittadini ucraini. I fondi sono destinati alla Regione Emilia-Romagna che, in collaborazione con Croce Rossa e UNHCR, li impiegherà per dei progetti umanitari internazionali a sostegno dell’Ucraina e per l’accoglienza dei profughi sul proprio territorio. Inoltre, saranno devoluti aiuti all’Associazione Chernobyl di Maranello, Fiorano, Formigine - ONLUS per sopperire alle esigenze degli ucraini che verranno ospitati nell’area vicina alla sede della Società.
Anche Lamborghini lascia la Russia
Sempre nella giornata odierna, anche Lamborghini ha annunciato di aver “sospeso le proprie attività in Russia”.
L’azienda ha fatto sapere che la casa di Sant’Agata Bolognese "è profondamente rattristata dagli eventi in Ucraina e osserva la situazione con grande preoccupazione. Per sostenere le vittime di questo drammatico conflitto - continua il comunicato - l’azienda sta preparando una donazione in favore di UNO-Flüchtlingshilfe e.V. (UN Refugee Aid), partner di lunga data del Gruppo Volkswagen che fornisce un supporto cruciale e pratico sul campo. La donazione sarà devoluta direttamente all’UNHCR - l’agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati - che opera in Ucraina dal 2014. Lamborghini auspica una rapida fine delle ostilità e un ritorno alla diplomazia".
Mercato di peso
Le due insegne italiane seguono quindi l’esempio di altri brand internazionali che in questi giorni stanno abbandonano il Paese governato da Vladimir Putin. Complessivamente il mercato russo cuba qualche centinaio di modelli per le due case automobilistiche. Lamborghini vende in Russia 80 auto all’anno, mentre le due concessionarie del Cavallino immatricolano all’incirca un centinaio di vetture l’anno.
La decisone assunta dalle due case ha più che altro un forte valore simbolico, dato che comunque ai ricchi oligarchi russi rimane aperta la possibilità acquistare i modelli dei loro sogni in un altro Paese.
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