Le cause sono le perdite nel settore dell’Infrastruttura dell’energia e Cargo.
La ripresa di viaggi e spostamenti non sono bastate per risollevare il bilancio delle Ferrovie federali svizzere (Ffs) che oggi a Berna hanno annunciato di aver registrato nel 2022, un risultato negativo di 245 milioni di franchi. Entro il 2030 prevede inoltre di realizzare un programma di ottimizzazione e di efficientamento dei costi per circa 6 miliardi di franchi.
Perdite nei segmenti Infrastruttura Energia e Cargo
A condizionare questo risultato, una perdita registrata dall’Infrastruttura Energia pari a 165 milioni di franchi e la rettifica di valore sugli impianti di Ffs Cargo SA di 83 milioni di franchi. Senza queste, puntualizza Ffs, il risultato di esercizio avrebbe raggiunto il pareggio.
La svautazione in questione è stata necessaria a causa delle modeste prospetive economiche, influenzate dall’incertezza sul futuro sostegno finanziario al traffico a carri isolati. Come se non bastasse, il conflitto in Ucraina ha portato a un aumento di costi energetici più elevati, così come prezzi e tassi di interesse più elevati a causa dell’inflazione. Inoltre, le scarse precipitazioni hanno costretto le Ffs hanno dovuto acquistare più energia sul mercato. Nel 2022, i clienti sono tornati a spostarsi usando il treno, ma non sono ancora tornati ai livelli pre pandemia.
Crescono i debiti
I debiti delle Ffs, l’anno scorso, sono aumentati del 2,5% oltre gli 11 miliardi di franchi. Ovvero quasi il 28% in più rispetto al 2019. Il pacchetto di stabilizzazione elaborato con la Confederazione permette alle FFS di garantirsi un finanziamento a lungo termine fino al 2030 e di ridurre l’indebitamento. Secondo Ffs, nei prossimi anni, i programmi di digitalizzazione contribuiranno a incrementare ulteriormente la produttività e l’efficienza.
Aumenta il numero di collaboratrici
Nel 2022 Ffs contava 34’227 tra collaboratrici e collaboratori, 284 lavoratori in più rispetto al 2021. Per quanto riguarda la presenza femminile presente nell’organico si è attestata al 19% nel 2022 (nel 2021 al 18,8%), fra i quadri al 16,1% (nel 2021 al 15%), nella direzione del gruppo e nel consiglio di amministrazione è stabile rispettivamente al 12,5 e al 33,3%.
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