Spesso le buone idee da sole non bastano. Oltre alla necessità di una strategia, un metodo, delle prove di efficacia è necessario considerare l’impatto che la propria attività avrà sul futuro.
Un’idea innovativa, un piccolo investimento iniziale, ma soprattutto gli occhi che brillano. Sono alcune delle caratteristiche necessarie per diventare imprenditori. Per aprire una nuova azienda, una startup per intenderci, serve coraggio, determinazione, lungimiranza ma anche un pizzico di fortuna per incontrare le persone giuste che credano nel nuovo progetto. Sì, perché dare vita una nuova attività in Svizzera e in Canton Ticino spesso è ancora difficile, nonostante negli ultimi anni siano stati compiuti enormi passi in avanti. Come fare dunque per intercettare degli investitori? Business angels, venture capital, insomma come districarsi all’inizio di questa nuova avventura?
Lunedì 4 aprile, al Lac di Lugano, in occasione della Giornata cantonale delle startup organizzata dal Dipartimento delle finanze e dell’economia (Dfe) in collaborazione con la Fondazione Agire, imprenditori, investitori e professori universitari hanno cercato di dare risposta a dubbi e incertezze dei nuovi imprenditori.
Idee nascono in università
Spesso i progetti nascono all’interno dei poli universitari senza però riuscire a diventare concreti, poiché manca un appoggio da parte degli atenei. Non è così per l’Università della Svizzera Italiana (Usi) che dal 2004, dopo aver intercettato questa esigenza, ha dato vita a un centro dedicato alle startup. Un punto nevralgico dove si incontrano le idee degli studenti con le problematiche delle aziende. Le università possono così diventare dei veri e propri laboratori per individuare nuove soluzioni utili nel risolvere le difficoltà delle imprese.
Cambiano le prospettive
«Rispetto a solo cinque anni fa gli studenti hanno cambiato idea sul proprio futuro. Se prima volevano tutti lavorare in banca, oggi la maggior parte di loro vuole aprire una startup». Ha commentato Laurent Frésard, Professore di Finanza all’Università della Svizzera italiana. Ecco dunque che subentra la necessità di creare un ecosistema dove ci sia sinergia tra università e aziende private, per dare la possibilità ai giovani di far crescere e rendere concrete le proprie idee.
Impact investing
Oggigiorno spesso le buone intuizioni da sole non bastano. Oltre alla necessità di una strategia, un metodo, delle prove di efficacia è necessario considerare il l’impatto che la nuova attività avrà sul futuro. Questo perché, da qualche tempo a questa parte, tra gli investitori si è fatta strada una nuova tendenza: l’impact investing (o investimento di impatto). Ovvero una tipologia di investimento fatta con l’intenzione di generare un impatto sociale e ambientale positivo e misurabile insieme a un ritorno finanziario.
Tra le testimonianze di ieri anche Sebastiano Castiglioni, Vegan Investor, imprenditore, advisor e attivista che punta solamente su progetti vegani con un alto impatto a livello ambientale e sociale e Francesco Mondora ceo Mondora, imprenditore e impact investor. Entrambi concordano sul fatto che è necessario considerare in ogni investimento l’impronta che viene lasciata. E considerano “miope ogni impiego di denaro che non tenga conto del cambiamento climatico”.
Sebastiano Castiglioni
Come fare per avviare una startup, allora? «è necessario che l’idea sia innovativa e che abbia un impatto sul mondo. Devo chiedermi: che cosa posso cambiare? E puntare sicuramente sulla qualità: il mio prodotto è meglio di quello che già esiste sul mercato? – e suggerisce – L’imprenditore deve anche avere la giusta dose di realismo e concretezza e deve dimostrare a sé e agli altri che il suo prodotto è il migliore».
Francesco Mondora
Mondora invece è provocatorio e invita a riflette: «Prova a immaginare il segno che lascerai tra 300 anni. Vuoi che sia positivo, negativo o neutro?». Fin dall’avvio di una startup occorre dunque: «tenere ben a mente quel che si vuole lasciare». Ed è necessario che vi sia un allineamento tra team, investitore, prodotto e servizio. «Il segno, l’impatto, il beneficio comune costituiscono un elemento di governance che deve essere sempre presente sul tavolo quando ci si siede a discutere dell’investimento». L’impact investing non è un finanziamento qualsiasi, bensì di coscienza. Bisogna comprendere se alla base c’è l’intento di investire «solo per me, per me e noi, per me noi e loro, per loro».
Quali sono i momenti più difficili per una startup?
A occhi chiusi chi non è del mestiere scommetterebbe sull’inizio. Per gli imprenditori invece non è così. Secondo Manolo Bellotto, presidente e direttore generale, GT Gain Therapeutics SA, unica azienda ticinese quotata al Nasdaq, «nella fase iniziale subentra l’entusiasmo – ma sottolinea – è utile che tutto il team sia allineato e deciso». Per la sua azienda il momento più difficile è arrivato nel 2020, non tanto per la pandemia quanto per la necessità di reperire più fondi. La sua azienda è stata fondata nel 2017 e si occupa di nuove terapie per malattie genetiche e neurodegenerative rare. In questi anni, dopo essere nata in Canton Ticino e cresciuta in Svizzera e nel mercato europeo, aveva la necessità di espandersi al mercato statunitense. L’obiettivo era arrivare alla quotazione in borsa. Bersaglio colpito, ma ora dice: «è come essere su un aereo. Dobbiamo stare attenti a non perdere quota, anzi guadagnarne ancora per poter andare sempre più lontano». Nessun trucco alla base del successo, tanto impegno e dedizione ma anche credibilità. «Abbiamo mantenuto le promesse scientifiche, abbiamo tessuto rapporti e creato sempre più valore».
Cosa fa il Canton Ticino per le startup?
Spesso la regione non viene descritta come il luogo ideale dove avviare una startup. Anche gli stessi esperti si sono chiesti, durante l’incontro, cosa si possa fare per agevolare ancora di più le imprese. In realtà, al di là del tessuto sociale ed economico, il Cantone dal 2018 fa la sua parte.
A favore degli imprenditori propone una tassazione dei redditi equivalenti per importo agli investimenti in startup innovative: ovvero l’investimento viene tassato separatamente con un’imposta annua intera dell’1%.
Per le nuove aziende prevede:
- esenzione dell’imposta di donazione (art. 155 cpv LT);
- riduzione dell’imposta sul capitale dal 1,5 per mille allo 0,01 per mille (art. 87 cpv 1bis e 1ter LT);
- esonero dell’imposta immobiliare minima (art. 89 LT).
Infine ci sono diverse realtà che si propongono di aiutare gli startupper. Tra le tante: Fondazione Agire, Impact Hub Ticino e SI FA!.
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