Tra le diverse misure presenti nella nuova Manovra di bilancio anche una normativa ad hoc per le criptovalute, fino ad ora considerate alla pari delle valute estere.
Il Governo Meloni riconosce le criptovalute. Fino a oggi, oltre confine l’Agenzia delle Entrate equiparava le valute virtuali a quelle estere, assoggettando le conversioni di imposta del 26%. Dalla bozza della Manovra di bilancio, costituita da 136 articoli e approvata lunedì dal Governo, emerge un quadro normativo studiato ad hoc, con un’imposta ben definita: dal primo gennaio 2023, infatti, sulle attività con criptovaluta sarà applicata un’imposta sostitutiva del 14%.
L’imposta sostitutiva – si legge – potrà essere rateizzata fino a un massimo di tre annuali di pari importo a partire dal 30 giugno 2023. Sull’importo delle rate successive alla prima sono dovuti gli interessi nella misura del 3% annuo, da versarsi contestualmente a ciascuna rata. L’assunzione del valore indicato non consente il realizzo di minusvalenze.
Nella bozza viene specificato inoltre che non costituiscono redditi da capitale plusvalenze e altri proventi realizzati con criptovalute complessivamente inferiori a 2mila euro nel periodo d’imposta. La permuta tra cripto-attività aventi medesime caratteristiche e funzioni non costituisce una fattispecie fiscalmente rilevante.
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Presentata la bozza della Manovra di bilancio
Una manovra finanziaria definita da Giorgia Meloni «coraggiosa», perché «a sostegno dei cittadini, con particolare attenzione ai redditi bassi e alle categorie in difficoltà. L’Italia torna a correre», ha detto lunedì in conferenza stampa affiancata dai ministri Matteo Salvini, Giancarlo Giorgetti, Marina Calderone e il viceministro Maurizio Leo.
«Alla base della norma che conta complessivamente 35 miliardi di euro – ha poi proseguito – ci sono due grandi priorità: la crescita, cioè mettere in sicurezza il tessuto produttivo» e dall’altra parte «la giustizia sociale, l’attenzione alle famiglie e ai redditi più bassi».
Fisco, pensioni, sanità, energia, Pnrr e accisa sulle sigarette. Sono alcuni degli interventi previsti dalla bozza della Manovra 2023.
Alcuni punti salienti
All’interno anche uno dei cavalli di battaglia della campagna elettorale del centrodestra: la flat tax. Nella bozza, viene proposta una tassa forfait al 15% per gli autonomi con una fascia che sale da 65 a 85mila euro. Che salterà qualora il contribuente dovesse superare i 100mila euro di ricavi o compensi.
La Manovra prevede anche un meccanismo di uscita anticipata per le pensioni, con quota 41 anni di contributi e minimo 62 anni d’età. Le pensioni minime saranno alzate a 600 euro e per questo chi sceglierà di andare in pensione in anticipo, non dovrà superare l’importo di 3mila euro. L’importo non potrà essere cumulato con altri redditi da lavoro occasionale, se superano i 5mila euro l’anno. Nella norma sono previste anche delle finestre di uscita, di tre mesi per i lavoratori privati e di sei per quelli pubblici. Chi matura i requisiti il 31 dicembre 2022, dovrà attendere aprile o agosto, se rispettivamente dipendente privato o pubblico.
Aumenta poi l’accisa sulle sigarette. La bozza prevede infatti un incremento graduale di anno in anno dell’importo fisso per unità di prodotto. Significa che nel 2023 sarà di 36 euro per 1’000 sigarette, ovvero 70 centesimi a pacchetto da 20; nel 2024 passerà a 36,50 euro e a partire dal 2025 a 37 euro ogni 1’000 sigarette.
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