Rumori, piante e lavori di ristrutturazione sono le ragioni che più spesso si trovano al centro di una controversia tra vicini. Le richieste inoltrate all’assicurazione AXA risultano aumentate in modo esponenziale durante la pandemia, ma ora si mantengono con frequenza simile. I mesi estivi sono identificati come il periodo in cui capita più spesso.
Nel periodo tra il 2019 e il 2020, ovvero quello più colpito dalla pandemia e dalle misure di sicurezza, c’è stato un sensibile aumento delle liti tra vicini di casa. Tuttavia, nonostante la fine del lockdown, il numero di reclami non accenna a diminuire, e al contrario si vede un deciso aumento durante il periodo estivo.
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La pandemia ha causato più liti
Lo rivela un’indagine realizzata da Axa. Le richieste relative a controversie nel vicinato sono cresciute di circa un quarto a partire dal periodo pandemico: «In Svizzera la pandemia da coronavirus non è stata la causa diretta di nuovi conflitti tra vicini, tuttavia eventuali elementi di disturbo venivano percepiti in maniera più marcata, visto che il tempo trascorso in casa era aumentato considerevolmente», spiega Alexandra Pestalozzi, avvocato presso AXA-ARAG.
Curiosamente, i casi durante il 2021 sono addirittura aumentati di un ulteriore 5%, e le proiezioni fanno presagire che si raggiungeranno facilmente gli stessi livelli anche per quest’anno.
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Più controversie d’estate
La vita estiva è senza dubbio cambiata in modo significativo dopo l’avvento del virus, con molto più tempo trascorso nella propria casa. L’alta temperatura, oltre a essere già di per sé un motivo di stress, spesso costringe ad arieggiare frequentemente la propria abitazione, e quindi a esporla maggiormente a rumori provenienti dal vicinato. Le cause più frequenti indicate nei reclami sono il posizionamento delle piante, i rumori fastidiosi, ma soprattutto recentemente sono in forte crescita le lamentele relative ai lavori di costruzione: «Una possibile spiegazione potrebbe risiedere nel fatto che a seguito della pandemia si dà maggiore importanza alla propria abitazione. Ciò può aver comportato, da un lato, la realizzazione di nuovi progetti di costruzione e, dall’altro, una maggiore consapevolezza degli effetti negativi di tali progetti, come ad esempio la creazione di più ampie zone d’ombra», afferma Alexandra Pestalozzi.
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