Secondo un sondaggio pubblicato dal quotidiano svizzero SonntagsBlick, la maggior parte dei cittadini svizzeri sono a favore di un riarmo del Paese e di una politica estera più vicina all’Occidente e alla Nato.
Dopo Finlandia e Svezia, anche la Svizzera, la cui storica neutralità era già stata messa in discussione da Barone Adesi, professore emerito della facoltà di Scienze economiche dell’Usi, ha manifestato la volontà di “avvicinarsi” alla Nato.
Infatti, secondo un sondaggio pubblicato dal quotidiano svizzero SonntagsBlick e realizzato dall’Istituto Sotomo su un campione di quasi 20’000 persone, la maggior parte dei cittadini svizzeri sono a favore di un riarmo del Paese e di una politica estera più vicina all’Occidente e alla Nato.
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I dati riferiscono che il 56% degli interpellati è favorevole a "una collaborazione più stretta" con la Nato.
Sopratutto tra i partiti di sinistra la tendenza è maggiore: il 76% degli elettori del Partito socialista vogliono intensificare i rapporti con l’Alleanza atlantica, volontà condivisa anche dal 73% dei sostenitori del partito dei Verdi.
Tuttavia, nonostante gli intervistati abbiano manifestato la volontà di “avvicinarsi” alla Nato, non si sono dichiarati favorevoli a un’ipotetica adesione della Svizzera all’organizzazione. Voterebbe l’adesione alla Nato solo il 33% dei partecipanti al sondaggio.
Aumentare le spese per la difesa
Dalle risposte fornite nel sondaggio emerge anche che oltre la metà degli intervistati vorrebbe un aumento delle spese per la difesa della Svizzera.
Il 56% non è invece favorevole all’invio di armi da parte della Confederazione in Ucraina, anche se Berna dovrebbe spedire caschi e giubbotti antiproiettile.
Oltre a questo, il sondaggio mostra che l’iniziativa del Partito socialista contro l’acquisto dei caccia F-35 non avrebbe attualmente alcuna possibilità di essere approvata. Solo il 30% voterebbe infatti a favore.
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