In Ticino si comprano meno case, ma il volume d’affari rimane sopra il miliardo di franchi

Chiara De Carli

15 Giugno 2022 - 12:02

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Situazione anomala quella del Canton Ticino: la popolazione residente diminuisce, ma il mercato immobiliare non accenna a cedere.

In Ticino si comprano meno case, ma il volume d'affari rimane sopra il miliardo di franchi

In Canton Ticino diminuiscono le transazioni immobiliari del 7,3% su base annua nel primo trimestre dell’anno. La contrazione è stata registrata anche sul valore totale delle transazioni in discesa del 5,5%. Nonostante questo rallentamento, si tratta del sesto trimestre consecutivo con un volume d’affari che supera la soglia del miliardo di franchi.

Aumentano le transazioni per i terreni

Nel primo trimestre del 2022 sono state sono registrate 1.341 transazioni, 105 in meno rispetto allo stesso periodo del 2021 (-7,3%). A influenzare questo risultato è stata l’evoluzione negativa che ha riguardato gli appartamenti ossia le Proprietà per piani (PPP) e i fondi edificati, ovvero dalle casette unifamiliari al grande palazzo, che hanno totalizzato 628 (-38 unità; -5,7%) e 540 movimenti (-77 unità; -12,5%). È stato invece positivo l’andamento dei fondi non edificati cioè i terreni senza costruzioni, che con 173 transazioni hanno registrato un incremento del 6,1% (+10 unità). Il volume d’affari complessivo ha raggiunto 1,24 miliardi di franchi, ovvero una flessione del 5,5% (-72,5 milioni di franchi) rispetto al primo trimestre 2021. Nonostante questo decremento, sono ora sei i trimestri consecutivi ad aver superato la soglia del miliardo di franchi. La diminuzione del valore totale è riconducibile all’andamento negativo delle PPP, che hanno raggiunto 524 milioni di franchi, pari a un calo del 20,3% (-133,4 milioni). Un’evoluzione in parte controbilancia dai fondi edificati e dai fondi non edificati, che si sono attestati rispettivamente a 678,2 (+52,4 milioni) e a 41,9 milioni di franchi (+8,6 milioni), realizzando degli incrementi dell’8,4% e del 25,7%.

La situazione in Ticino

Nella regione da anni si assiste a una situazione contraddittoria: da un lato la popolazione invecchia, con una quasi totale assenza di popolazione residente, che si riflette sulla diminuzione della richiesta di alloggi, dall’altro vi è una importante richiesta verso la costruzione di nuovi alloggi. Un tipo di investimento che viene agevolato da tassi negativi, mancanza di investimenti alternativi, eccesso di disponibilità degli enti previdenziali. Andamento che anche per il primo trimestre del 2022 non ha accennato a diminuire. Ma quali sono le conseguenze? Secondo Alberto Montorfani, segretario Svit Ticino: «Il finanziamento diretto o indiretto di questa corsa inarrestabile al mattone è principalmente la conseguenza del massiccio travaso di fondi del risparmio privato e previdenziale (in gran parte obbligatorio) che le famiglie e il cittadino mettono nelle mani dei cosiddetti “investitori istituzionali”, che poi lo veicolano verso l’immobiliare per mancanza di alternative». Questa scelta però mette a rischio la rendita pensionistica, sempre più ridotta e insufficiente per affrontare gli anni più delicati.

Famiglia: soggetto economico flessibile

E prosegue: «Con l’aumento prossimo dei tassi di interesse dovrebbe riprendere anche l’inflazione. La vecchia dottrina sostiene che la famiglia è il soggetto economico più flessibile alle avversità economiche, mentre la casa propria è l’oggetto che meglio permette di lottare contro gli effetti negativi dell’inflazione grazie alla costante rivalutazione nel tempo dei valori dei terreni. La politica ha delegato ai regolatori finanziari nazionali la gestione della “promozione” dell’alloggio. Ma questa non è fatta solo di sussidi per i risanamenti energetici e di quartieri non necessariamente avvenenti ma sostenibili. Qualche volta servono anche buone politiche fiscali e congiunturali. I tempi in arrivo ci diranno se in questi ultimi venti anni di calma apparente abbiamo solo aspettato la prossima tempesta».

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