A Nestlé i clienti perdonano proprio tutto: anche i prezzi che crescono del 10%

Sara Bracchetti

25 Aprile 2023 - 15:43

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Nonostante il gruppo abbia scaricato sul consumatore tutti i costi di produzione lievitati negli ultimi mesi, la fedeltà a uno dei marchi più amati della Svizzera non si riduce: il primo trimestre si chiude in positivo.

A Nestlé i clienti perdonano proprio tutto: anche i prezzi che crescono del 10%

Colpa dell’inflazione. Colpa della guerra. Colpa del difficile momento storico. Comunque, non di Nestlé: che, contestata magari su altri fronti e per altri motivi, non perde invece i clienti più convinti e fedeli, davanti a incrementi dei prezzi drastici. Così, sebbene i prodotti vengano pagati molto di più rispetto a qualche mese fa, con costi delle materie prime, dell’energia e dei trasporti scaricati sul consumatore finale, il mercato dà risposte positive: e il gruppo inizia l’anno in maniera positiva, secondo quanto evidente nel rapporto trimestrale pubblicato oggi.

Il caso del cibo per cani

Nescafè, Kitkat, cibo per cani Purina: nessuno escluso. Anzi è proprio in quest’ultimo settore, dedicato agli animali, che l’azienda registra la fedeltà maggiore, con tassi di crescita a due cifre a gennaio e marzo 2023, superiori dunque alla cresciuta organica complessiva che è arrivata al 9,3%. Molto bene anche i dolciumi; + 8,3% per le bevande in polvere e liquide, fra cui Nescafé, Nespresso e Starbucks.

Tre trimestri di aumenti costanti

Il tutto, come anticipato, nonostante un incremento dei prezzi del 9,8%, che per quanto riguarda Purina sale al 12,2%. Al secondo posto i prodotti lattiero-caseari, quali yogurt e gelati: +11,8%. Molto più cari anche i piatti pronti e gli ausili per cucinare, vedasi ad esempio i sughi Maggi, +11,1%. Aumenti che giungono peraltro dopo due precedenti trimestri che già avevano registrato rialzi significativi: +9,5% nel terzo trimestre del 2022 e +10,1% nell’ultimo trimestre.

Colpa dell’inflazione dei costi

La società si giustifica di nuovo con la «notevole inflazione dei costi». Che non si è tradotta, come spesso accade, in un allontanamento dei clienti, disposti comunque a pagare di più uno dei marchi più amati della Svizzera. Così, Nestlé ha venduto solo lo 0,5% in meno di prodotti nel primo trimestre: una netta ripresa dopo la riduzione dei volumi del 2,6%, record per Nestlè, nel trimestre precedente.

Una sorpresa per gli analisti

Sorpresi gli analisti finanziari, che si aspettavano invece una riduzione del 2,2%. Secondo l’opinione diffusa fra gli esperti, ciò dimostra «il forte potere di determinazione dei prezzi di Nestlé e l’attrattiva dei suoi marchi». In aumento il fatturato, 23,5 miliardi di franchi rispetto ai 22,2 miliardi dell’anno precedente, con una crescita organica ridotta a causa dei tassi di cambio. Sul mercato finanziario, il prezzo delle azioni ha reagito positivamente alle cifre trimestrali presentate al pubblico.

Stesso destino per McDonald’s

Dall’altra parte del mondo, ma in forndo anche un po’ qui, McDonald’s riscuote analogo gradimento. In questo caso, si è trattato di un «aumento di prezzi strategici», secondo le dichiarazioni del colosso del fast food, che non hanno deluso la gente. Così, nel primo trimestre le vendite sono aumentate di quasi il 13% su base annua, con ricavi su del 4% a 5,9 miliardi di dollari.

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