La previsione sulla crescita degli abbonati si sta rivelando più bassa delle aspettative. Quanto basta per fare crollare il titolo di oltre il 20%.
Gli utili crescono, ma troppo lentamente.
Questa è in sitentesi la ragione che sta alla base della debacle di Netflix in borsa, il cui titolo è precipitato venerdì 21 gennaio di oltre 20%.
La quotazione del colosso dei contenuti in streaming è scivolata da 508,25 dollari battuti in chiusura dei lavori giovedì, ai 386,02 dollari di venerdì sera.
Le ragioni del crollo
A detta degli analisti, la quota di mercato occupata da Netflix ha raggiunto il suo apice, rendendo molto difficile la possibilità di definire nuovi modelli in grado di ampliare la base enorme di abbonati presenti nei mercati in cui è già attivo.
Come riporta il giornale online money.it, la trimestrale pubblicata da Netflix ha dimostrato che le vendite sono cresciute per un valore di 7,71 miliardi di dollari nei mesi in esame, rispetto ai 6,6 miliardi di dollari dello stesso periodo di un anno fa.
Tuttavia, questi i numeri non sono bastati a contenere il tonfo in Borsa. Netflix ha aggiunto solo 18,2 milioni di clienti nel 2021, in calo di circa il 50% rispetto all’anno record precedente.
Sono stati 8,28 milioni i nuovi abbonati nel quarto trimestre del 2021, al di sotto della propria previsione di 8,5 milioni.
Più proposte, più concorrenza
Per Netflix l’ultimo trimestre del 2021 è stato caratterizzato da un elenco di proposte molto ricco. Le sfide imposte dal mercato e da una concorrenza che nel frattempo è diventata molto agguerrita, impongono all’azienda di ampliare il proprio bacino, volgendo l’attenzione verso nuove aree geografiche.
L’Asia è già un mercato presidiato. Netflix ha appena iniziato a raggiungere il successo in Corea del Sud e in Giappone, mentre la conquista dell’India deve ancora cominciare.
Una parte del globo in cui - c’è da scommetterlo - si giocherà la prossima partita decisiva per l’azienda statunitense.
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