Se i mercati risentono del nuovo aumento di contagi e della variante Delta che preoccupa il mondo, il petrolio invece continua la sua corsa ed è ancora ai massimi dal 2018, per la quinta settimana consecutiva.
Se i mercati risentono del nuovo aumento di contagi e della variante Delta che preoccupa il mondo, il petrolio invece continua la sua corsa ed è ancora ai massimi dal 2018, per la quinta settimana consecutiva.
La prospettiva, in vista della riunione dell’OPEC + di giovedì, è quella di un’offerta sul mercato ancora sotto la domanda. Analizziamo nel dettaglio tutti i fattori che stanno spingendo la corsa del petrolio.
Tra le variabili che muovono il prezzo del petrolio anche le nuove tensioni tra USA e Iran, che allontanano ancora la possibilità di una ripresa delle esportazioni del greggio iraniano.
Petrolio: Brent e WTI quasi ai massimi
Il prezzo del petrolio rimane stabilmente in crescita, vicino ai massimi dal 2018. Le prospettive per la prossima riunione dell’OPEC+ parlano di aumento dell’offerta che non riusciranno, però, a tenere il passo con il nuovo balzo della domanda globale.
A New York i futures WTI hanno raggiunto i 64 dollari al barile, dopo un aumento dell’1% nella giornata di venerdì scorso. In particolare nella mattinata di oggi scambiavano a 73,95 dollari al barile, con una flessione dello 0,14%.
Anche le quotazioni del Brent rimangono ancorate ai 75 dollari al barile, nonostante un leggero calo dello 0,29%.
La quinta settimana di aumento del prezzo del petrolio, dal momento che la domanda del carburante è rimbalzata grazie alla ripresa dell’economia e alla forte crescita. Anche le previsioni sul turismo estivo hanno aiutato lo slancio positivo dell’oro nero. Infine, le forniture globali sono rimaste stabili.
L’OPEC+ sta restituendo 2,1 milioni di barili al giorno sul mercato, da maggio a luglio, come parte del piano per allentare gradualmente i limiti alla produzione di petrolio dello scorso anno.
Cosa muove il petrolio?
Tra i motivi della corsa del petrolio ancora una volta troviamo l’allontanarsi del negoziato USA-Iran. Nella giornata di ieri, domenica 27 giugno, le forze USA hanno condotto degli attacchi aerei contro gruppi di milizie sostenuti dell’Iran, che avevano portato avanti offensive alle strutture americane in Iraq.
Le nuove tensioni tra gli Stati potrebbero rallentare ancora una volta il rilancio delle esportazioni del greggio iraniano. Un fattore di grande importanza per quanto riguarda il rapporto tra domanda e offerta sul mercato del petrolio.
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