Con il più ampio parco veicoli del paese e i suoi numerosi uffici, la Posta è responsabile dell’1% delle emissioni di CO2 della Svizzera. Trattandosi di una cifra non indifferente, la Posta si propone quindi di trovare soluzioni a breve e lungo termine per ridurre l’impatto climatico delle sue attività. L’obiettivo è raggiungere l’impatto zero entro il 2030.
Un consumo di carbonio considerevole quello che ogni giorno la Posta produce per svolgere le sue attività. Si parla dell’1% del consumo nazionale, proveniente da veicoli, uffici e immobili di ogni tipo. Data la grande mole di consumi che oggi servono alla Posta per continuare a svolgere i proprio ruolo, la compagnia di servizi postali si promette di agire e far calare questo trend negativo, svelando e cercando di anticipare il suo obiettivo climatico per il prossimo decennio.
La strategia per i prossimi 10 anni
Seppur comprensibile, dati i servizi offerti dalla Posta e i consumi obbligati a cui l’azienda deve far fronte, la volontà è di ridurre notevolmente questo primato negativo, in modo da contribuire più attivamente alla lotta climatica nazionale e globale. Per fare ciò, la Posta si è prefissata un obiettivo principale: azzerare l’impatto climatico entro il 2030. Il traguardo era inizialmente previsto per il 2040, ma ora l’azienda cercherà di anticiparlo. In particolare, alcune delle misure previste sono il passaggio a propulsioni alternative per i veicoli, l’impiego esclusivo di elettricità da fonti rinnovabili svizzere e la sostituzione dei sistemi di riscaldamento da fonti fossili.
La Posta ha agito in ritardo?
«Anticipando l’obiettivo climatico ed energetico, la Posta assume una funzione esemplare nel panorama delle imprese svizzere e contribuisce in modo significativo alla Strategia energetica 2050 della Confederazione» dichiara Christian Plüss, responsabile Servizi di mobilità e membro della Direzione del gruppo della Posta.
Alcuni hanno in realtà accusato l’azienda di essersi mossa “in ritardo” sulle tematiche relative al clima e agli eccessivi consumi. Tuttavia, Plüss garantisce l’esatto contrario, affermando che: «La Posta compie da anni grandi sforzi e riduce con successo le sue emissioni. Se guardiamo agli ultimi cinque anni, siamo riusciti a diminuire del 20% le emissioni di CO2 nella logistica dei pacchi. Dal 2021 tutti gli invii della Posta sono inoltre spediti con l’etichetta "pro clima" e le emissioni di CO2 sono quindi compensate».
Gli ostacoli contro l’obiettivo climatico
L’attuazione delle misure procede a pieno ritmo. Alcuni esempi dei primi passi mossi dalla Posta sono il recapito lettere e pacchi esclusivamente con veicoli elettrici nei centri urbani entro tre anni e la promessa che entro la fine del 2024 sulle strade svizzere viaggeranno almeno 100 autopostali elettrici.
Tuttavia, considerando il periodo di recessione economica e crisi energetica, gli obiettivi a cui ambisce la compagnia sono tutt’altro che semplici da rispettare. Non è quindi da escludere che la Posta possa trovare ostacoli e difficoltà nel realizzare questi progetti. L’azienda postale si mostra però ottimista, come si evince dalle parole di Plüss: «La Posta sta lavorando intensamente per prepararsi a una possibile scarsità di energia. Presupponiamo di poter continuare a erogare gran parte delle prestazioni anche con meno corrente, dando priorità innanzitutto a prestazioni e offerte del servizio universale».
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