La Posta produce l’1% delle emissioni di CO2 della Svizzera. Obiettivo "impatto zero" entro il 2030

Matteo Casari

16/08/2022

16/08/2022 - 11:29

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Con il più ampio parco veicoli del paese e i suoi numerosi uffici, la Posta è responsabile dell’1% delle emissioni di CO2 della Svizzera. Trattandosi di una cifra non indifferente, la Posta si propone quindi di trovare soluzioni a breve e lungo termine per ridurre l’impatto climatico delle sue attività. L’obiettivo è raggiungere l’impatto zero entro il 2030.

La Posta produce l'1% delle emissioni di CO2 della Svizzera. Obiettivo "impatto zero" entro il 2030

Un consumo di carbonio considerevole quello che ogni giorno la Posta produce per svolgere le sue attività. Si parla dell’1% del consumo nazionale, proveniente da veicoli, uffici e immobili di ogni tipo. Data la grande mole di consumi che oggi servono alla Posta per continuare a svolgere i proprio ruolo, la compagnia di servizi postali si promette di agire e far calare questo trend negativo, svelando e cercando di anticipare il suo obiettivo climatico per il prossimo decennio.

La strategia per i prossimi 10 anni

Seppur comprensibile, dati i servizi offerti dalla Posta e i consumi obbligati a cui l’azienda deve far fronte, la volontà è di ridurre notevolmente questo primato negativo, in modo da contribuire più attivamente alla lotta climatica nazionale e globale. Per fare ciò, la Posta si è prefissata un obiettivo principale: azzerare l’impatto climatico entro il 2030. Il traguardo era inizialmente previsto per il 2040, ma ora l’azienda cercherà di anticiparlo. In particolare, alcune delle misure previste sono il passaggio a propulsioni alternative per i veicoli, l’impiego esclusivo di elettricità da fonti rinnovabili svizzere e la sostituzione dei sistemi di riscaldamento da fonti fossili.

La Posta ha agito in ritardo?

«Anticipando l’obiettivo climatico ed energetico, la Posta assume una funzione esemplare nel panorama delle imprese svizzere e contribuisce in modo significativo alla Strategia energetica 2050 della Confederazione» dichiara Christian Plüss, responsabile Servizi di mobilità e membro della Direzione del gruppo della Posta.
Alcuni hanno in realtà accusato l’azienda di essersi mossa “in ritardo” sulle tematiche relative al clima e agli eccessivi consumi. Tuttavia, Plüss garantisce l’esatto contrario, affermando che: «La Posta compie da anni grandi sforzi e riduce con successo le sue emissioni. Se guardiamo agli ultimi cinque anni, siamo riusciti a diminuire del 20% le emissioni di CO2 nella logistica dei pacchi. Dal 2021 tutti gli invii della Posta sono inoltre spediti con l’etichetta "pro clima" e le emissioni di CO2 sono quindi compensate».

Gli ostacoli contro l’obiettivo climatico

L’attuazione delle misure procede a pieno ritmo. Alcuni esempi dei primi passi mossi dalla Posta sono il recapito lettere e pacchi esclusivamente con veicoli elettrici nei centri urbani entro tre anni e la promessa che entro la fine del 2024 sulle strade svizzere viaggeranno almeno 100 autopostali elettrici.
Tuttavia, considerando il periodo di recessione economica e crisi energetica, gli obiettivi a cui ambisce la compagnia sono tutt’altro che semplici da rispettare. Non è quindi da escludere che la Posta possa trovare ostacoli e difficoltà nel realizzare questi progetti. L’azienda postale si mostra però ottimista, come si evince dalle parole di Plüss: «La Posta sta lavorando intensamente per prepararsi a una possibile scarsità di energia. Presupponiamo di poter continuare a erogare gran parte delle prestazioni anche con meno corrente, dando priorità innanzitutto a prestazioni e offerte del servizio universale».

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