Al congresso annuale di Asso DPO, il 25 e 26 settembre alla Swiss chamber di Milano, spazio alla nuova LDP. Evento disponibile anche online. Il presidente Matteo Colombo: «Un’occasione imperdibile di aggiornamento delle competenze».
Non poteva certo mancare lei: la nuova legge sulla protezione dei dati personali appena entrata in vigore in Svizzera, ospite benvenuta all’interno di un evento che ha come target i professionisti della Lombardia, riuniti alla Swiss Chamber di Milano, il 25 e 26 settembre prossimi, per la nona edizione del congresso ASSO DPO. Un appuntamento che, negli anni, non ha mai mancato di attrarre pubblico e interesse progressivo, come è giusto accada a quelli dedicati a un tema sempre caldo e sempre nuovo, e che promette di raggiungere altrettanti risultati anche stavolta. Perché la privacy non è una parola di cui si riesca mai a fare abuso. È qualcosa che si evolve, rapida e silenziosa; talvolta nell’indifferenza e spesso nell’inconsapevolezza di chi vi si trova quotidianamente a che fare, assieme a una tecnologia che cresce in fretta e apre scenari inaspettati.
Dall’intelligenza artificiale al data protection
Sotto la supervisione di Rossana Baldon e la guida di Enrico Pagliarini, giornalista di Radio 24, ci sarà ben di che discutere, a partire dal punto di vista autorevole di speaker che, su più tavoli in successione, guideranno attraverso le differenti sfaccettature di un argomento inevitabilmente complesso. Per questo «sarà un’occasione di dibattito e di aggiornamento delle competenze», spiega e sintetizza Matteo Colombo, presidente di ASSO DPO, soffermandosi sull’organizzazione di un evento che «sarà strutturato intorno a due grandi argomenti: l’intelligenza artificiale, il primo giorno nel pomeriggio, e il tema del data protection, il secondo giorno dalle 9 alle 17, con la partecipazione anche dell’autorità garante italiana, alcuni europee e della commissione Europea con Bruno Gencarelli».
La parola anche alle donne (di successo)
Diversi i punti che saranno toccati, anche originali, fra cui spicca la collezione di abiti “Cap able” che, concepita in Italia, comincia a sfondare nel mondo, attraverso indumenti apparentemente normali che, ripresi dalle telecamere, rendono però irriconoscibile coloro che li indossano. Chi voglia saperne - o capirne - di più, non ha che da presentarsi all’incontro “When fashion meets Data Protection”, all’interno del talk delle 11.30 di martedì che si occuperà anche di Metaverso e che, come tutti gli altri, sarà disponibile al collegamento online. A seguire, la privacy nella pubblica amministrazione, mentre nel pomeriggio spazio a “I am a privacy professional”, con le esperienze della direttrice della Privacy policy di Meta Cecilia Àlvarez Rigaudias, di Giorgia Vulcano, manager di Global Digital Ethics e di Laura Liguori, Partner Portolano Cavallo. Un incontro al femminile a dimostrare che la tecnologia, e con essa la privacy, non sono certo esclusiva maschile.
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Italia e Svizzera: così uguali o così diverse?
Gran finale di giornata, dopo l’”Agenda del DPO” moderato da Matteo Colombo, con una panoramica sulla nuova legge sulla protezione dei dati (LPD) in Svizzera tenuta da Gianni Cattaneo, che proverà a entrare nei meandri del testo approvato tre anni fa e divenuto operativo lo scorso primo settembre: un tema di sicuro interesse per il pubblico italiano ed elvetico, nel tentativo ultimo di comparare due sistemi. Al termine, “Privacy vs Monetisation data”, che attraverso la partecipazione di Giulia Finocchiaro, professoressa ordinaria di diritto privacy e di diritto di Internet, specialista in diritto delle nuove tecnologie, privacy e-commerce, moderata da Massimiliano Pappalardo, proverà a esplorare le possibilità della privacy come oggetto di mercato, ceduta in cambio di denaro.
Le sfide dell’AI: un elenco senza punto
Plausibile? Non meno di quel che accade oggi con l’intelligenza artificiale e che solo qualche tempo fa nemmeno si immaginava; anzi, a ben guardare qualcuno non lo immagina neppure adesso che è realtà presente. «L’impatto che l’Intelligenza artificiale ha su un’azienda è qualcosa di cui non tutti hanno conoscenza - riflette Colombo - Pensiamo magari a un firewall che usa l’AI o a sistemi di selezione del personale. Le prime interviste sono con un algoritmo e in America già sono in corso cause legali per via, ad esempio, dell’esclusione a priori che l’intelligenza artificiale opera nei confronti di chi è balbuziente». O, ancora, il neuromarketing; ma gli esempi potrebbero sprecarsi in una lista lunga. «L’utente è giusto sappia con chi ha a che fare. Ricordiamo che l’Europa riconosce il diritto di richiedere sempre l’intervento ultimo dell’uomo». Con il suo carico di dettagli e di distinguo, l’Intelligenza artificiale, presto oggetto di un regolamento che l’Europa è in procinto di rilasciare, occuperà dunque l’intera giornata di lunedì, a cominciare dalle 13.15 per concludersi alle 18.30 con l’“apery privacy network”.
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La posizione dell’Unione europea
Non mancherà, inevitabile, un cenno a ChatGPT e consimili, già in passato dibattuti nell’ambito dei rischi collegati alla privacy individuale. La parola, in questo caso, a Guido Scorza, componente del Garante per la protezione dei dati personali in Italia e keynote speaker alle 14 di lunedì, dopo i saluti del presidente insieme al Parlamentare Europeo Brando Benifei – relatore del regolamento Ue sull’AI. Alle 15, “AI e cybersecutity", con l’intervento, fra l’altro di Prisca Quadroni Renella, mentre alle 16.30 ecco una interessante tavola rotonda sulle potenzialità dell’intelligenza artificiale e la creazione di dati sintetici. Programma dettagliato sul sito di Asso DPO, www.assodpo.it/programma-congresso.
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