Matthias Geissbühler, Raiffeisen Svizzera: "2022 verso la normalizzazione"

Redazione

06/01/2022

07/01/2022 - 10:22

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Il gruppo bancario prevede una politica monetaria più restrittiva e tassi del mercato dei capitali in leggero aumento. I rendimenti quest’anno dovrebbero essere più contenuti.

Matthias Geissbühler, Raiffeisen Svizzera: "2022 verso la normalizzazione"

Il 2022 sarà all’insegna di una normalizzazione economica. «Dopo la forte ripresa dell’anno scorso, la dinamica congiunturale rallenterà. Tuttavia, la crescita globale rimarrà complessivamente solida», annuncia Matthias Geissbühler, Chief Investment Officer (CIO) di Raiffeisen Svizzera. Il gruppo bancario stima una crescita dell’economia mondiale del 3.9%, dopo l’aumento di oltre il 5.5% dello scorso anno. In Svizzera il prodotto interno lordo (PIL) dovrebbe crescere del 2.5%.

Incognita inflazione

L’inflazione rimarrà un tema delicato anche nel 2022. Sia per gli USA che per l’Europa, Raiffeisen prevede tassi d’inflazione superiori agli obiettivi delle banche centrali. Ciò influirà sulla politica monetaria. «A causa dell’inflazione elevata, la politica monetaria diventerà sempre più restrittiva. La Banca centrale statunitense (Fed) aumenterà i tassi di riferimento nella seconda metà dell’anno, al termine del programma di acquisto delle obbligazioni», ritiene Geissbühler.

grafico inflazione
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Tassi d’interesse in aumento

Con l’inizio del ciclo di aumento dei tassi d’interesse, Raiffeisen Svizzera prevede che negli USA la curva dei tassi dovrebbe spostarsi verso l’alto di circa 50 punti base. Questo implica un aumento dei tassi dei titoli di stato USA decennali verso il 2%.
Sul fronte svizzero, per i titoli della Confederazione decennali Raiffeisen prevede un aumento dei rendimenti dall’attuale -0.2% allo +0.1%. «L’aumento dei tassi d’interesse comporta perdite per le obbligazioni. Da una prospettiva di puro rendimento, le obbligazioni restano quindi poco interessanti», afferma Geissbühler.

grafico correlazione
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Selezione dei titoli e dividendi

A seguito della crescita economica positiva, nel 2022 le aziende potranno nuovamente incrementare il proprio fatturato. Tuttavia, a causa dell’aumento dei costi salariali e dei prezzi alla produzione, è improbabile che potranno essere ampliati i margini di utile che hanno già raggiunto livelli record. A livello globale, Raiffeisen Svizzera si aspetta una crescita degli utili nella fascia percentuale a una cifra da media ad elevata – solida, ma inferiore al buon 30% realizzato l’anno scorso. A ciò si aggiunge il leggero aumento dei tassi d’interesse previsto da Raiffeisen Svizzera, che dovrebbe portare a una moderata contrazione delle valutazioni nelle azioni.

Passano quindi in primo piano due aspetti: da un lato la selezione dei titoli e, dall’altro, i dividendi. Entrambi acquisiranno importanza nel 2022. Raiffeisen consiglia titoli con dividendi elevati di aziende con capacità di determinare i prezzi. Tali aziende si trovano soprattutto nel mercato azionario svizzero. Per quanto riguarda le opportunità, Raiffeisen vede delle possibilità nei paesi emergenti. Dopo un andamento sensibilmente più debole nello scorso anno, le loro azioni stanno assumendo una valutazione interessante.

«La situazione della domanda - ha precisato Matthias Geissbühler - e dell’offerta è favorevole a un mercato immobiliare solido e a prezzi stabili. A ciò si aggiungono rendimenti distribuiti di un buon due per cento che rispetto ai rendimenti obbligazionari in franchi svizzeri sono interessanti.»
Per motivi di diversificazione, rimane interessante anche l’oro, che offre una buona copertura contro eventi inattesi. I

Rendimenti di portafoglio più moderati

Per il 2022, gli investitori dovrebbero prepararsi nel complesso a rendimenti di portafoglio leggermente inferiori. Con un portafoglio equilibrato, negli ultimi dieci anni è stato possibile guadagnare in media circa il 6.5%. Date le valutazioni elevate e la prospettiva di un aumento dei tassi d’interesse, per gli anni a venire rendimenti di portafoglio dal 3 al 4% sono più realistici. Questo non è però un motivo per non investire. «Lasciare il denaro sul conto corrente, accettando così una costante perdita del potere d’acquisto non è un’alternativa promettente nemmeno per il 2022», conclude Matthias Geissbühler.

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