I produttori di vino ora però devono fare i conti con il rincaro di carta e vetro, che da oltre un anno non dà tregua.
Nel 2022, gli svizzeri non solo hanno mangiato meno cioccolato, ma hanno bevuto anche meno vino. Per lo meno è quanto è emerso dai dati diffusi dall’Ufficio federale dell’agricoltura (Ufag), nel rapporto sull’anno viticolo in questione, qualche giorno fa.
I numeri parlano infatti di un consumo complessivo di 237 milioni di litri di vino, ovvero 18 milioni di litri in meno rispetto al 2021. Non importa se bianco, rosso o bollicine: il calo è stato segnato in tutte e tre le tipologie. Per il bianco si parla di un consumo pari a 83,7 milioni di litri (-5%), per il vino rosso di 153,5 milioni (-8%) e, infine, per gli spumanti di 21 milioni (-9,3%).
Cresce la quota di mercato del vino svizzero
Confrontando, tuttavia, la domanda di vini svizzeri con quella di vini esteri emerge un quadro positivo. Per quanto riguarda i prodotti svizzeri, sono stati bevuti 87,7 milioni di litri, con una contrazione di solo il 2,8% rispetto al 2021. Mentre il calo dei vini esteri è stato più marcato, pari a -9,4% a 149 milioni di litri. La quota di mercato dei vini svizzeri è così passata dal 35,4% nel 2021 al 37% nel 2022.
leggi anche
La grande annata dei vini ticinesi. Ecco come è andata la vendemmia per Agriloro e Angelo Delea
Mattia Bernardoni, Tamborini Vini: «Il bianco ticinese è tra i più richiesti»
«I dati diffusi dall’Ufag indicano una complessiva diminuzione di consumo di vino bianco e rosso in Svizzera», commenta Mattia Bernardoni direttore generale di Tamborini Vini. È altresì «diminuito il consumo di vino bianco svizzero - ma non ticinese dove abbiamo un + 1,3% - e anche del bianco estero. È rimasto invece immutato il consumo di vino rosso elvetico, anche se è diminuito quello ticinese del 7%. Il vino rosso estero è stato meno richiesto».
«Come Tamborini, nel 2022 abbiamo registrato un aumento di vendite di vini bianchi e rossi ticinesi e una contrazione delle vendite di vini rosati ticinesi. Globalmente, considerando la produzione propria e il commercio, abbiamo segnato un +6%, quindi in piacevole controtendenza rispetto al mercato».
Settore vinicolo: difficoltà a reperire vetro e carta
In questi mesi, il settore vinicolo è stato segnato dalla difficoltà di reperire il vetro, materiale indispensabile per il confezionamento del vino. Accompagnato da un rincaro pari al 20%, stando ai prezzi di aprile alla produzione e all’importazione diffusi dall’Ufficio di statistica.
«Confermo che stiamo vivendo delle difficoltà nel ricevere nei tempi concordati bottiglie e cartoni, oltre al fatto che i costi sono aumentati», afferma Bernardoni. «Se con le bottiglie il prezzo ora potrebbe essere stabile, il mercato della carta ha ancora tendenze al rialzo». Difficoltà che sono di impedimento «alla pianificazione del processo di imbottigliamento. Dobbiamo essere molto flessibili nel rimandare lavori previsti e anticiparne altri». E conclude: «Non è sicuramente un momento facile per pianificare e a volte rispettare le scadenze con i clienti».
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Iscriviti alla newsletter