San Nicola di Flue, storia e curiosità sul patrono della Svizzera

Matteo Casari

12/09/2022

12/09/2022 - 17:10

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Il 25 settembre ricorre la celebrazione di questa iconica e mistica figura elvetica. Come mai viene ricordata e festeggiata la figura di Nicola di Flüe? Scoprilo leggendo l’articolo in basso.

San Nicola di Flue, storia e curiosità sul patrono della Svizzera

La storia e le leggende che caratterizzano la Svizzera possiedono enorme fascino, molte delle quali sono conosciute e apprezzate in tutto il mondo. Una delle principali da ricordare, visto l’avvicinarsi della data della sua celebrazione, è quella di Nicola di Flüe. La sua immagine pacifista, misteriosa e ascetica lo ha reso una delle figure più significative della cultura elvetica, tanto da renderlo il patrono del Paese. Scopriamo chi era Nicola di Flüe e per che cosa viene ricordato e ancora oggi celebrato.

La vita e le gesta

Nicolao della Flüe (in tedesco Niklaus von Flüe) nacque, visse e morì nel piccolo paese di Flüeli, località che oggi possiede il nome di Flüeli-Ranft, una frazione del comune di Sachseln nel Canton Obvaldo. Venuto al mondo nel 1417, la sua famiglia era di tradizione contadina, attività che svolse anche lui per gran parte della sua vita. Partecipò attivamente alle guerre dei confederati contro gli Asburgo a metà XV secolo, prima in qualità di soldato, poi come ufficiale. Al termine del servizio sposò Dorotea Wyss di Schwendi, dalla quale ebbe dieci figli.
Dedicò la maggior parte della sua vita al suo piccolo paese natale, nel quale rivestì le funzioni di giudice, consigliere e deputato alla Dieta federale, la tradizionale assemblea del passato tra i membri di rilievo dei cantoni svizzeri. Si narra che fin dall’età dell’infanzia, Nicola ebbe molte visioni, il che lo avvicinò man mano ai piani più mistici della religione.

Un eroe pacifista svizzero

È propria questa la dimensione che rese Nicola una figura impressa per sempre nella cultura svizzera e nella dottrina cristiana. Istruito alla mistica dal sacerdote e amico Heimo am Grund, all’età di 50 anni sentì la necessità di intraprendere una vita da eremita, e dopo aver ottenuto il permesso dalla moglie e dai figli partì per ritirarsi in solitudine. Secondo la leggenda, Nicola inizialmente aveva intenzione di stabilirsi nella zona della valle del Reno, ma un contadino incontrato per strada gli consigliò di continuare la sua vocazione nel suo territorio d’origine. Accettando quella soluzione decise di compensare la comodità di rimanere nella sua terra con un duro voto di digiuno, nutrendosi per i successivi vent’anni del solo Santissimo Sacramento, il cibo usato per celebrare la messa, fino al giorno della sua morte.
Il periodo da eremita lo rese un’autentica leggenda in vita, una figura saggia e mistica alla quale rivolgersi in caso di necessità, oltre che una meta e un’ispirazione per il pellegrinaggio. Nonostante era solo un contadino analfabeta che aveva scelto di abbandonare il mondo, i suoi cittadini e persone illustri da tutta Europa gli fecero visita per consultarlo. Il suo consiglio più celebre si dice che potrebbe aver influito concretamente sul futuro della Svizzera. In un periodo dove gli allora otto Cantoni erano in forte disputa per divergenze sulla distribuzione delle ricchezze, il suo parere di riappacificarsi permise dapprima la fine dei contrasti, e in seguito l’annessione alla Confederazione dei Cantoni di Friburgo e Soletta. In seguito anche l’Imperatore d’Austria e il Duca di Milano inviarono messaggi in terra obvaldese in cerca dei suoi saggi consulti.

Il culto di Nicola di Flüe

La sua personalità riflessiva e pacifista, oltre al ruolo importante in una Confederazione ancora in fase di assestamento e sviluppo, lo hanno reso oggi uno degli emblemi più significativi dei valori della Svizzera, una specie di “Gandhi” elvetico d’altri tempi. Pur probabilmente non godendo dell’appeal di altre figure mitiche svizzere, come Guglielmo Tell o Heidi, Nicola di Flüe può godere del fatto di essere una figura di rilievo realmente esistita, e proprio per questo è stato scelto come patrono della Svizzera.
Venne canonizzato il 15 maggio del 1947 dall’allora papa Pio XII, che proprio in quell’occasione lo proclamò anche patrono del nostro Paese. Qui viene festeggiato il 25 settembre, la quale non è una festa a livello nazionale, ma è un giorno festivo in tutto il Cantone Obvaldo. In suo onore, questa giornata è considerata giorno festivo di riposo, con valenza simile a quella della domenica.

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