Emergenza COVID e popolazione anziana: questi i due temi sui quali si costruisce la prossima sfida della sanità nel Cantone.
Michela Pfyffer è la direttrice della Clinica Sant’Anna di Lugano, oltre a ricoprire l’incarico di vicedirettrice generale sis Swiss Medical Network Ticino.
In una recente analisi svolta per Bak Eonomics, ha illustrato qual è stato il ruolo assunto della sanità privata nel contesto cantonale, durante l’esperienza pandemica.
"In Ticino - ha spiegato Pfyffer -, le cliniche private prendono a carico più di un terzo dei pazienti stazionari. Una proporzione davvero considerevole se la si raffronta a quella della maggior parte degli altri Cantoni. Si tratta quindi di una componente essenziale per il buon funzionamento del sistema sanitario ticinese, sia in tempo normale, che, a maggior ragione, in tempo di pandemia.
Qual è il bilancio che fa dell’esperienza emergenziale vissuta negli ultimi anni?
"Molto positivo, soprattutto per la collaborazione tra le varie strutture ospedaliere. Indipendentemente dalla loro appartenenza al settore pubblico o privato, tutte hanno giocato il proprio ruolo con competenza e qualità. Il nostro sistema ha fatto fronte alle diverse ondate e continua a farlo, grazie all’impegno e alla disponibilità del corpo medico e del personale sanitario. Le strutture COVID hanno saputo organizzarsi in modo tempestivo ed efficace per poter accogliere – anche nei momenti più critici – i pazienti provenienti da tutto il Cantone, coordinandosi tra di loro e con le autorità cantonali. Le strutture non-COVID si sono organizzate rapidamente per garantire la continuità delle cure e accogliere i pazienti, evitando ilcollasso del sistema".
Una collaborazione vincente, quindi.
"La necessità ha portato a guardare otre i pregiudizi: forse è arrivato il momento di acquisire la consapevolezza che è grazie ad un modello dualista, pubblico privato, se in Svizzera abbiamo un sistema sanitario solido ed efficiente".
Il cambiamento demografico è un fenomeno che incide anche sul nostro Cantone, con una popolazione sempre più anziana e una natalità in decrescita. Che ruolo assumono le cliniche private rispetto a questi bisogni?
"Il nostro Cantone ha la proporzione più alta di over 65 rispetto al resto della Svizzera (23.1% in Ticino e 18.8% per la media Svizzera nel 2020 secondo l’Ufficio federale della statistica. NdR). Quello che sta succedendo è un fenomeno noto e dall’evoluzione prevedibile, del quale si parla già da anni, quindi sul corto e medio termine possiamo dirci pronti. Dobbiamo lavorare allo sviluppo delle cure integrate e riflettere su nuovi modelli di collaborazione tra gli attori principali della sanità. Last but not least è necessario migliorare l’attrattività delle professioni sanitarie.
Parliamo di costi. Che soluzioni crede si possano attuare per fronteggiare questo aspetto?
Il nostro sistema sanitario è tra i più costosi al mondo, con delle spese sanitarie che rappresentano oltre l’11% del PIL. Ma è anche vero che si è dimostrato tra i più efficaci e i più solidali. La sfida dei prossimi anni sarà quella di mantenere la sua sostenibilità, con dei costi proporzionati e adatti ai bisogni della popolazione. La tecnologia potrà giocare un ruolo importante: mi riferisco in particolare alla cartella informatizzata del paziente per evitare doppioni, alla telemedicina per ridurre gli spostamenti costosi e alla medicina personalizzata che massimizza l’efficacia dei trattamenti e minimizza gli effetti collaterali. Ma dipende anche da ciascuno di noi e dalla nostra responsabilità individuale. Curiamo il nostro sistema sanitario per essere meglio curati se e quando ne avremo bisogno.
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