La Confederazione è fra i Paesi al mondo che più investono in Messico, dove esporta in prevalenza prodotti farmaceutici, macchine ed elettronica, orologi e gioielli. L’analisi di Rubén Araiza Diaz, direttore dello Swiss Business Hub México rappresentanza estera di Switzerland Global Enterprise.
Partiamo da un dato di fatto: senza le esportazioni, l’economia svizzera varrebbe un terzo di quel che è. Nulla da stupirsi dunque che sia la Confederazione stessa a sostenere le imprese svizzere nello sviluppo delle loro attività commerciali internazionali per il tramite di "Switzerland Global Enterprise" (S-GE) – l’organizzazione ufficiale di promozione delle esportazioni e della piazza economica elvetica, attiva sul territorio dal 1927, – e le sue rappresentanze estere. È anche grazie a loro se il nostro Paese, oggi, figura tra i più grandi investitori in Messico, con ben 171 milioni di dollari solo nel 2021 che hanno contribuito a raggiungere la quota dei 9 miliardi complessivi dal 1999 a oggi.
Un po’ di numeri
Quattrocento società attive, 40mila posti di lavoro generati; 1.276 milioni di franchi esportati nel 2021: numeri che lo Swiss Business Hub México – una delle filiali di S-GE integrate nelle ambasciate o nei consolati generali svizzeri e gestite insieme al Dipartimento federale degli affari esteri – esibisce con orgoglio. Con due mandati specifici ricevuti dal Governo federale, promozione degli investimenti e dell’export dalla Svizzera al Messico (98%) e promozione dell’investimento dal Messico alla Svizzera (2%), dal 24 marzo 2014 Rubén Araiza Diaz è responsabile dei servizi forniti alle imprese in Messico per Switzerland Global Enterprise e, supporta le imprese elvetiche nell’individuare opportunità di mercato. Che, al momento, sono evidenti in ambito farmaceutico, che vanta il 39% delle esportazioni nel 2021, seguito da macchine ed elettronica (20%), orologi e gioielli (19,2%) e metalli (4%). Materiali preziosi e gemme sono ciò che la Svizzera ha ricevuto principalmente dal Messico (38.6%), seguiti da veicoli (14.9%), macchine ed elettronica (10,92%) e prodotti farmaceutici e chimici (7,31%).
Il direttore
«In qualità di direttore dello Swiss Business Hub México, supervisiono le operazioni e garantisco l’efficacia nella promozione degli scambi e degli investimenti tra la Svizzera e Messico», spiega Rubén Araiza Diaz a Moneymag.
Direttore, proviamo a entrare più nel dettaglio. Che cosa significa lavorare in uno Swiss Business Hub all’estero?
«Significa rappresentare l’economia svizzera e i suoi interessi. Si tratta di sostenere le imprese svizzere nella loro espansione internazionale».
Missione?
«Promuovere il commercio e gli investimenti internazionali per conto della Svizzera».
Come si fa?
«Gli Swiss Business Hub fungono da ponte tra le aziende svizzere e mercati esteri, fornendo loro un valido supporto e risorse per espandere il proprio business a livello globale. L’Hub ha diversi compiti: dal fornire le informazioni di mercato all’assistere le imprese nella definizione delle strategie di ingresso, dal facilitare il matchmaking aziendale all’organizzare missioni ed eventi commerciali. Collabora con le istituzioni locali e le parti interessate per creare opportunità commerciali per le imprese svizzere».
E lavorare nell’Hub messicano: che cos’ha di particolare o di diverso?
«Anche se le funzioni principali restano identiche, è richiesto un adattamento al contesto specifico e lo sfruttamento di reti e conoscenze locali per promuovere i legami economici. Lavoriamo anzitutto sulla comprensione culturale, cruciale per una comunicazione efficace e la costruzione di relazioni robuste. Offriamo specifiche del mercato messicano, incluse tendenze del settore, quadri normativi e requisiti di accesso».
Perché il Messico è un Paese interessante dal punto di vista commerciale?
«Per diversi motivi. Anzitutto la sua posizione strategica, che lo rende un gateway per i mercati americani, centroamericani e sudamericani. Con una popolazione di 126 milioni di persone, è inoltre un vasto mercato di consumo, dove la classe media sta crescendo e incrementando gli acquisti: un’opportunità notevole per le aziende di vari settori. Il Messico ha poi una rete di accordi di libero scambio, tra cui l’Usmca (Stati Uniti - Messico - Canada), che prevedono condizioni commerciali favorevoli: migliorano l’accesso al mercato, riducono le tariffe, facilitano il commercio transfrontaliero».
Perché oggi?
«Ci sono diverse ragioni per considerare questo come un momento favorevole. Negli ultimi anni, l’attrattiva del Messico è aumentata grazie a vari fattori, come le riforme economiche in atto, un ambiente macroeconomico stabile, l’integrazione continua con i mercati nordamericani attraverso l’Usmca e gli sforzi del Paese per migliorare la competitività, lo sviluppo di settori emergenti e l’attenzione all’innovazione, la sostenibilità e la trasformazione digitale. Da non sottovalutare il fattore post-pandemia: l’economia messicana è in ripresa e questo ha comportato un rinnovato accento sugli investimenti e la crescita. Per tutti questi motivi, il Messico può considerarsi interessante per quelle aziende che desiderano sfruttare nuove opportunità».
Opportunità per chi? Ha in mente Paesi specifici?
«Di sicuro gli Stati Uniti, data la vicinanza geografica, e i Paesi latinoamericani, ma anche l’Unione Europea, attivamente impegnata nei negoziati commerciali con il Messico allo scopo di rafforzare i legami economici e ampliare l’accesso al mercato per le sue imprese. Le economie emergenti, che cercano di diversificare i loro mercati di esportazione e attingere alla crescente base di consumatori del Messico, possono trovare opportunità in settori come quello tessile e dell’abbigliamento, beni di consumo e servizi».
E la Svizzera?
«La Svizzera dovrebbe considerare il Messico come un mercato interessante per diversi motivi. Il primo: le relazioni commerciali. Il Messico è uno dei principali partner commerciali della Svizzera in America latina. Può aiutare la Svizzera a diversificare i suoi mercati di esportazione e ridurre la dipendenza dai partner commerciali tradizionali. Il secondo, già detto: il suo consistente mercato di consumo e la classe media che cresce. Il terzo: Svizzera e Messico hanno industrie complementari. La Svizzera è nota per la sua competenza in settori come l’ingegneria di precisione, i prodotti farmaceutici, chimici e servizi finanziari. Il Messico, d’altra parte, ha punti di forza nel settore manifatturiero, automobilistico, aerospaziale, elettronico e delle energie rinnovabili. Quarto: le opportunità di investimento in un ambiente macroeconomico stabile, dove sono in corso riforme economiche e politiche favorevoli agli investimenti. L’attenzione a innovazione e tecnologia, specie nei settori di trasformazione digitale, fintech e rinnovabili. Passando per il Messico, la Svizzera può rafforzare la sua presenza nella regione latino-americana».
Quali sono le aree/settori che potrebbero trarne maggiori benefici?
«In Messico vi sono industrie chiave che potrebbero trarre vantaggio dal nearshoring delle società cinesi nel settore manifatturiero, tecnologia ed elettronica, automotive, energie rinnovabili, e-commerce e logistica,
dispositivi medici, prodotti farmaceutici. Il nearshoring, cioè il ricollocamento di attività e servizi aziendali in un Paese limitrofo, può portare a supply chain semplificate, collaborazione, accesso al mercato e crescita guidata dall’innovazione».
Qual è il "do ut des" nel rapporto con la Svizzera?
«"Do ut des" è una frase latina che si traduce in "io do affinché tu possa dare". Entrambi i Paesi si impegnano nel commercio, nell’investimento e nella collaborazione e ciascuna fornisce qualcosa di valore all’altra. Nel complesso, il "do ut des" tra Messico e Svizzera comprende scambi commerciali, investimenti, collaborazione e interazioni culturali. Riflette i benefici e i contributi reciproci che ciascuno Paese porta alla relazione, favorendo la crescita economica, l’innovazione e lo scambio culturale tra le due nazioni».
Importazione ed esportazione: dove sta l’equilibrio?
«Il flusso di merci è bidirezionale. Le esportazioni del Messico verso la Svizzera riguardano prodotti come automobili, elettronica, macchinari, prodotti agricoli e prodotti petroliferi. D’altra parte, il Messico importa varie merci dalla Svizzera, tra cui prodotti farmaceutici, chimici, macchinari, precisione strumenti musicali, orologi e altri prodotti di alto valore».
Quali sono i rischi o i problemi da risolvere, nella relazione fra due Paesi così distanti?
«Come in ogni relazione commerciale, ci sono difficoltà potenziali. Alcune possibili aree di preoccupazione includono le barriere linguistiche e le differenze culturali, che possono a volte portare a malintesi o a problemi di comunicazione nelle interazioni commerciali. Vi sono poi le differenze normative e legali, che portano sfide in settori quali le procedure doganali, le certificazioni dei prodotti, la proprietà intellettuale protezione e rispetto delle normative locali. Le pratiche burocratiche e i processi amministrativi a volte possono essere complessi e richiedere molto tempo in entrambi i Paesi. Ciò può influire sull’efficienza delle transazioni commerciali, dei processi di investimento e del business. Una logistica efficiente e una buona gestione della catena di approvvigionamento sono fondamentali per il successo degli scambi. Sebbene esistano accordi commerciali, certo possono infine ancora esistere barriere commerciali, quali tariffe o regolamenti specifici. È importante che le aziende rimangano informate».
La Svizzera ha qualcosa da imparare dal Messico?
«Il nearshoring in Messico offre preziose esperienze di apprendimento nella collaborazione interculturale, ottimizzazione della supply chain, conformità regionale, dinamiche di mercato e gestione del rischio all’interno della regione Usmca».
Margini di miglioramento nel rapporto commerciale?
«Diversi. Anzitutto, un rafforzamento degli sforzi di promozione commerciale, anche attraverso l’organizzazione di missioni commerciali, eventi di matchmaking aziendale e industriale, forum specifici. Bisogna poi identificare le barriere esistenti, così da affrontarle e agevolare i flussi; migliorare la collaborazione settoriale specifica, attraverso la ricerca e lo sviluppo congiunto dei progetti, il trasferimento di tecnologia e l’esplorazione di opportunità di co-investimento. Promuovere l’innovazione e lo scambio di conoscenze può contribuire a far crescere la relazione tra i Paesi. Ovviamente, la comprensione e la comunicazione culturale sono un presupposto fondamentale. A questo proposito, possono essere utili programmi di scambio culturale, formazione linguistica e la promozione di opportunità di networking».
Qualche suggerimento per chi vorrebbe entrare in questo mercato?
«Il primo consiglio è di condurre approfondite ricerche di mercato, per comprendere dinamiche, preferenze dei consumatori, concorrenza, ambiente normativo. Invito poi a cercare partenariati locali e costituire alleanze strategiche con operatori affermati nel mercato messicano. Di nuovo, cercare di comprendere le sfumature culturali: il rispetto delle usanze locali e la costruzione di un rapporto di fiducia possono fare la differenza. Bisognerebbe anche prendere in considerazione la possibilità di stabilire una presenza fisica in Messico, come una filiale, un ufficio o una rete di distribuzione, in grado di offrire un servizio migliore ai clienti e di dare credibilità. Costruire relazioni e reti, partecipando a eventi, fiere e conferenze aziendali. Soprattutto, però, consiglio di avere pazienza e prospettiva a lungo termine: le relazioni d’affari messicane spesso prosperano grazie a legami personali e rapporti di fiducia, che possono richiedere del tempo per svilupparsi».
E-commerce?
«Il Messico ha un panorama digitale in crescita e sfruttare le strategie di marketing digitale e le piattaforme di e-commerce può espandere la base clienti. Investire nel marketing online, nella presenza sui social media e nell’e-commerce può essere un’ottima strategia. Aiuta anche a rimanere informati e flessibili, a tenersi al passo con le tendenze del mercato».
Suggerimenti invece per chi c’è già?
«Concentrarsi sul miglioramento dell’esperienza del cliente, implementando meccanismi di feedback e valutazione e migliorando continuamente i processi per soddisfare e superare le loro aspettative. Abbracciare la trasformazione digitale può essere anche un modo per raggiungere i clienti in modo più efficace. Non solo: espandere la propria presenza identificando nuovi target demografici, regioni o mercati di nicchia; ottimizzare continuamente la catena di approvvigionamento; promuovere l’innovazione e l’adattamento; incoraggiare il pensiero creativo. Investire in programmi di sviluppo dei talenti per coltivare e mantenere dipendenti qualificati. Fondamentale anche la responsabilità sociale d’impresa: dimostrare un impegno sociale e ambientale non solo migliora la reputazione del marchio, ma stabilisce anche una connessione positiva con gli stakeholder locali».
Quali sono i confini del Messico?
«Per la Svizzera, il Messico rappresenta più del Messico stesso. Serve come gateway per un più ampio mercato che comprende l’America Latina e gli Stati Uniti».
Ruben, lei come si immagina il futuro, vicino e lontano?
«Vedo un rapporto forte e dinamico tra Messico e Svizzera, caratterizzato da una maggiore collaborazione e partnership reciprocamente vantaggiose. Prevedo una crescita continua del commercio bilaterale e degli investimenti, una maggiore collaborazione tecnologica, scambi culturali ed educativi per facilitare lo scambio di idee, collaborazione nelle iniziative ambientali e condivisione di competenze, collaborazione intersettoriale in vari ambiti, tra cui sanità, finanza, turismo e industrie creative. Sfruttando il loro rispettivi punti di forza, entrambi i Paesi possono esplorare sinergie, scambiare le migliori pratiche e guidare l’innovazione, favorendo la crescita economica e la diversificazione. Nel complesso, le future relazioni tra Messico e Svizzera presentano un grande potenziale di collaborazione e crescita».
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