L’azienda di Manno, che oggi esporta i suoi innovativi sistemi di monitoraggio delle antenne in mezzo mondo, spiega come i servizi offerti da Switzerland Global Enterprise (S-GE) si siano tradotti nell’internazionalizzazione di quella che, dieci anni fa, era una piccola start-up.
È la Svizzera il luogo dove fare impresa. Dove pensare in grande, coltivare idee innovative, sfidare sé stessi per andare oltre conoscenze ovvie. Come accadde a Pietro Casati (nella foto) un giorno di dieci anni fa, oggi CEO di un’azienda che chiama «il mio terzo figlio e quello che mi porta via più tempo di tutti»; all’epoca un operatore ordinario nell’ambito delle tecnologie hardware con la voglia di guardare più in là, lontano, verso terre proibite e proibitive. Nacque così Dac-System o «il primo Frankenstein del sistema di monitoraggio delle antenne di trasmissione video e audio», un “mostro” - per dirla con parole sue - che in fretta è arrivato negli Stati Uniti e oggi controlla la qualità delle trasmissioni di mezzo mondo, con il sogno, adesso, di arrivare in Kazakistan. Casati sdrammatizza, scherza, gioca con sé stesso; quando poi si fa serio, non fatica a dire che, senza il supporto di S-GE, molto di tutto questo probabilmente oggi non esisterebbe. O almeno non così.
A fianco delle imprese
Una sigla, a indicare un’organizzazione senza scopo di lucro che dal 1927, su mandato di Confederazione e Cantoni, aiuta le imprese elvetiche ad allargare i propri orizzonti e il potenziale in ambito internazionale, attraverso servizi di consulenza, supporto, filiali dislocate in 30 Paesi del mondo. «Mi piace sfruttare i mezzi locali che il territorio offre, trasformarli in opportunità», racconta Casati, ricordando come il primo incontro negli uffici S-GE di Lugano si sia tradotto, neanche tanto piano, nel business preponderante di un’azienda che solo un anno prima partiva con impianti pilota a Grono, in Val Mesolcina, e nel centro Italia. «In breve tempo abbiamo fatto il grande salto verso gli Stati Uniti. È anche grazie a S-GE se oggi il nostro sistema è installato sull’Empire State Building, One World Trade Center e le torri più importanti e imponenti negli Usa».
Il progetto
Succede però che, dopo l’entusiasmo, ogni successo comincia ad appartenere al passato. Diventa acquisito, ne chiama altri per provare a tenere alti gli entusiasmi che qui, a Manno, non sembrano fare difetto. E così oggi il sistema di prevenzione dei guasti ideato un po’ per caso, grazie a «una richiesta da parte di un amico, in seguito alla quale ho investito tutti i miei risparmi e inventato un sistema hardware e software di controllo che, tutelato da cinque brevetti, oggi cediamo alle infrastrutture delle reti network in diversi Paesi», attende di sconfinare di nuovo. Dopo l’Europa, l’America, la Corea del Sud e la Cina in Asia, il Nord Africa, si profila il sogno kazaco. Nella Repubblica della steppa asiatica, lo scorso ottobre, Casati ha incontrato il vice primo ministro alle infrastrutture e, dopo due giorni di incontri serrati e faticosi, ha ottenuto la disponibilità a testare il sistema, in vista di una sua prossima adozione. Anche in questa occasione, S-GE si è occupata dell’organizzazione del viaggio e degli incontri con gli esperti in loco. «Il percorso non è così immediato, la road map prevede tempi lunghi, ma abbiamo gettato le basi», osserva Casati. Consapevole che, senza S-GE, forse non sarebbe arrivato così in alto, così lontano, così presto.
I risultati
Perché in questo campo e in certi luoghi «le barriere di ingresso sono altissime» e anche il nobile lavoro di «digitalizzazione dei settori broadcast e critical communication», cioè polizia, vigili del fuoco e altri operatori della sicurezza, avrebbe le sue difficoltà a procedere spedito. «Con S-GE si arriva facilmente al target. La sua efficienza nelle missioni è incredibile. O siamo super fortunati noi o la qualità del servizio è elevatissima. I contatti che vengono forniti sono perfetti: sei certo di incontrare la persona giusta. Anche il servizio di traduzione è impeccabile. Tutto questo agevola le aziende e facilita il successo delle missioni».
Stretta collaborazione
Ecco perché la collaborazione è diventata stretta e, mentre si attende la risposta dell’uno, già si lavora a dell’altro. «Abbiamo intenzione di usufruire del supporto dell’organizzazione anche nel Middle East, verso cui ci stiamo indirizzando. Un paio di call ci sono già state. Il prossimo anno dovremmo andare sul posto». Stati Uniti, Corea, Kazakistan, ora forse gli Emirati o i Sauditi: ovunque provi ad allargarsi, per quanto lontano volga lo sguardo, Dac System è S-GE che chiama al suo fianco. Il confine fra riconoscenza e riconoscimento è sottilissimo.
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