Dopo il fallimento delle due banche "crypto-friendly" americane, molte società del settore in USA stanno tempestando di richieste le banche del nostro Paese per cercare una nuova casa.
Le società di criptovalute si stanno affannando a cercare nuovi partner negli stituti bancari. Dopo il fallimento di Signature Bank e Silvergate Capital, due tra le banche americane più specializzate nel gestire questi asset, molte realtà impegnate nel settore crypto si sono attivate nella ricerca di nuovi riferimenti. Secondo le dichiarazioni raccolte e pubblicate da CNBC, molte aziende si sono rivolte alle banche svizzere, per ottenere la fornitura di servizi bancari. La ragione è in gran parte dovuta alla regolamentazione del nostro Paese e ai vari progetti sul territorio, entrambi favorevoli alle imprese di criptovalute.
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Le società crypto cercano casa
Il crollo di Signature Bank e Silvergate Capital ha mandato in tilt molte società attive nel settorecrypto.
Storicamente, il mondo delle criptovalute ha sempre avuto difficoltà ad accedere ai servizi bancari. Gli istituti di credito tradizionali, guardano ancora con diffidenza a questo ambito visto il quadro normativo ancora indefinito. Con l’uscita di scena dei due dei maggiori istituti di credito specializzati, le società di criptovalute si sono rivolte alla Svizzera alla rivcerca di un sostituto.
Non è una novità che il nostro Paese stia cercando di proporsi come hub crittografico, lavorando ad un’adeguata regolamentazione.
La percezione della Svizzera è solida
Le richieste sono arrivate nonostante le turbolenze nel settore bancario svizzero dopo che Credit Suisse si è trovata sull’orlo del baratro, salvata poi dall’acquisito di UBS in un’operazione promossa dalle autorità di regolamentazione per arginare il contagio ad altri istituti di credito. Secondo alcuni, l’episodio ha messo a rischio la reputazione della Confederazione come hub finanziario stabile, ma pare non ha scoraggiato le società di criptovalute.
Come riportato da CNBC, Dominic Castley, chief marketing officer di Sygnum, una delle più grandi banche svizzere che si occupa di servire le società di asset digitali, ha dichiarato che sta assistendo a un forte afflusso di richieste di informazioni: «Nelle ultime settimane, con l’evolversi degli eventi del settore bancario, abbiamo registrato un aumento significativo delle richieste di onboarding da varie località internazionali». Sygnum ha una licenza bancaria in Svizzera e una per i servizi di mercato dei capitali a Singapore, che la pongono sotto il controllo delle autorità di regolamentazione.
Boom di richieste da oltreoceano
Sono stati molti altri gli istituti interpellati dalle compagnie di criptovalute, che stanno disperatamente cercando una nuova casa per i loro asset. In maniera anonima, un consulente di società di tecnologia finanziaria ha dichiarato a CNBC che c’è stato «un traffico molto maggiore di clienti statunitensi» verso le banche svizzere negli ultimi giorni.
Un dirigente di una società di trading europea, invece, ha dichiarato che la sua azienda ha visto organizzazioni non europee chiedere nuovi rapporti bancari, affermando che queste aziende includono hedge fund e società di venture capital focalizzati sulle criptovalute.
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Terreno fertile per le società di criptovalute
Parte del motivo per cui le aziende cercano le banche svizzere è la regolamentazione del nostro Paese, che accoglie le imprese di criptovalute che necessitano di un ambiente operativo stabile. Negli ultimi anni, nella Confederazione hanno visto la luce le "Crypto Valley” di Zugo e Plan-B Lugano, con molte start-up del settore che si sono insediate in queste zone, così come nella più grande Zurigo.
È dal 2021 che il governo ha introdotto un regolamento sulle aziende che utilizzano la tecnologia blockchain, nata con Bitcoin ma poi evoluta in molte altre sfaccettature. Altri esperti interpellati da CNBC hanno dichiarato che la Svizzera è molto stabile e c’è chiarezza sulle regole in questo ambito, ed è questa la ragione della corsa delle società crypto d’oltreoceano a trovare un nuovo porto sicuro per le loro attività.
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