La storica multinazionale elvetica ha dovuto aver a che fare con una prima parte dell’anno avversa a livello economico. Le previsioni erano più che chiare dati i problemi causati dalla guerra, come l’abbandono dei siti polacchi e la cessazione delle attività in Russia.
Come preventivato, Sulzer ha chiuso il bilancio de primi sei mesi del 2022 in rosso. La guerra in Ucraina ha causato non poche turbolenze a livello finanziario per la compagnia, che ha dovuto velocemente abbandonare ogni tipo di attività in Russia. Si parla di perdite di 48,8 milioni di franchi, dopo che lo scorso anno era stato messo a referto un utile netto di 60,8 milioni di franchi.
Polonia e Russia costano caro
La chiusura dei due siti in Polonia e l’interruzione delle operazioni in Russia sono venuti a costare 141,4 milioni di franchi alla compagnia di Winterthur. L’utile operativo si è assestato sui 132,5 milioni di franchi, scendendo di CHF 25,5 milioni. La chiusura dei siti polacchi è stata decretata direttamente dal governo locale, in quanto Sulzer era stata sanzionata a causa del suo azionista di riferimento, Viktor Vekselberg, oligarca russo vicino al governo di Putin.
Alcuni numeri rassicuranti
Se si omette il pesante effetto Russia, la multinazionale svizzera avrebbe anche potuto registrare numeri positivi. Il risultato operativo ha raggiunto 135,8 milioni di franchi (+6,5%), il fatturato è aumentato a CHF 1,52 miliardi (+0,9%) e la crescita organica ha raggiunto CHF 4,6 milioni (+0,6%), con un effetto valutario positivo di CHF 8,3 milioni.
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