Ogni anno vengono prodotti 127 chilogrammi pro capite e dell’1 milione di plastica utilizzata, circa il 90% viene incenerito. L’ong OceanCare chiede al Consiglio federale un intervento urgente.
Quando si arriva in Svizzera si ha l’impressione di entrare nel Paese più pulito e ordinato al mondo. Ma per OceanCare, organizzazione non governativa che si occupa a livello internazionale di proteggere gli oceani di tutto il mondo, si tratta di un falso mito. Ebbene, nella nostra nazione vengono utilizzate ogni anno 1 milione di tonnellate di plastica, ovvero 127 chilogrammi a persona, rendendola di fatto il Paese con il più alto consumo pro capite di plastica in tutta Europa. Meglio di noi, Paesi molto più grandi come Regno Unito (99), Germania (81), Paesi Bassi (73) e Italia (56). Ogni anno poi, 780 mila tonnellate di plastica diventano rifiuti. Secondo l’Ufficio federale dell’ambiente (Ufam), 14 mila tonnellate finiscono nel suolo e nelle acque svizzere e poi nel mare, dove vi arriva attraverso laghi e fiumi. Il solo Rodano trasporta circa dieci chilogrammi di microplastica al giorno dal lago di Ginevra al Mediterraneo. Si stima che ogni anno circa 20 tonnellate di parti in plastica finiscano negli oceani.
Non si fa abbastanza
Stando a un sondaggio rappresentativo condotto da gfs.bern per conto di OceanCare, quasi tre quarti delle persone intervistate ritiene che la Svizzera abbia un problema con la plastica e la maggioranza vuole misure legalmente vincolante. Malgrado la popolazione elvetica sia favorevole a manovre più incisive, il governo non ha ancora preso una decisione netta nei confronti soprattutto di stoviglie monouso e imballaggi per l’asporto. OceanCare chiede dunque al Consiglio federale di affrontare il problema della plastica a livello nazionale. In sostanza viene richiedo di adottare linee guida analoghe a quelle emanate dall’Unione europea. Per esempio riducendo la plastica usa e getta di posate e sacchetti, e ancora vietare microplastiche che vengono aggiunte a cosmetici o detergenti.
Manca una raccolta differenziata oculata
Sì sa, in Svizzera scarseggia senza anche un sistema efficiente di raccolta differenziata, poiché buona parte della plastica finisce nel sacco dell’indifferenziato. Dall’85 al 90% infatti di tutta la plastica della Svizzera non viene né riciclata né riutilizzata, ma incenerita. Producendo 170 chili di scorie altamente tossiche per tonnellata di rifiuti. Solo una piccola percentuale diventa riciclabile, parte della quale viene spedita all’estero, spesso non è chiaro se sia effettivamente riciclata o alla fine diventi un rifiuto.
Il riciclaggio tuttavia non è sempre la soluzione migliore. Per evitare che la plastica finisca in mare, si può puntare su alternative biodegradabili o riutilizzabili come vetro e vuoto a rendere. C’è da dire che le catene di supermercati stanno facendo la loro parte, mettendo sempre più a disposizione dei loro clienti oggetti fatti con materiali biodegradabili.
Il mito della "Svizzera pulita"
Secondo OceanCare, le misure contro il littering costano alla Svizzera 200 milioni di franchi all’anno. Negli scorsi mesi aveva poi fatto il giro del mondo la notizia riguardande le microplastiche presenti in grandi quantità anche nelle nevi delle montagne svizzere.
Non solo nevi e ghiacciai, ma anche riserve naturali: si stima che siano contaminate da 53 tonnellate di microplastiche. Ogni anno, inoltre, dalle 120 alle 150 tonnellate di rifiuti di plastica finiscono sulle rive e nelle acque dei laghi e dei fiumi svizzeri. Basta pensare che solo il lago di Zurigo contiene circa 141 chilogrammi di microplastiche. Il 65% dei rifiuti abbandonati è infatti costituito da plastica, la maggior parte è costituita da mozziconi di sigaretta.
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