A bilanciare il quadro sono i numeri delle nuove aperture dove il Ticino registra un picco considerevole.
Brutto avvio di anno per le imprese svizzere. Almeno questo è quanto si evince dando uno sguardo ai numeri diffusi da Dun & Bradstreet relativi ai fallimenti registrati nei primi quattro mesi del 2023. E tra le regioni svizzere, il Ticino è quella che lamenta le maggiori difficoltà. Da gennaio ad aprile le imprese che hanno chiuso i battenti per insolvenza sono state 1753, il 21% in più rispetto al medesimo periodo del 2022. La situazione nazionale non è affatto omogenea, ma si caratterizza per aree in cui i dati contrastano sensibilmente tra di loro, inclusi i centri economici più importanti.
Bene i Grigioni
A Zurigo, ad esempio, i fallimenti per insolvenza sono saliti del 19%, mentre a Ginevra l’incremento è stato del 18%. Male anche Basilea Città con il 25%. Male il Ticino, dove l’incremento dei fallimenti si attesta a quota +36% con 116 casi. A fare da contraltare ci pensano i Grigioni, dove i fallimenti sono diminuiti del 28% rispetto ai primi quattro mesi dell’anno scorso.
Ai fallimenti per insolvenza si aggiungono quelli legati a problemi organizzativi, per i quali la media nazionale è in aumento del 6%, con un totale generale 2613 casi.
Ticino e Grigioni al top per le aperture
A bilanciare le realtà che hanno chiuso i battenti, ci sono i numeri delle aziende che hanno avviato una nuova attività. Tra gennaio e aprile il registro di Commercio nella Confederazione segnale 17.323 aperture, in crescita del 4% su base annua. Tra le regioni in cui si registra la migliore tendenza imprenditoriale spiccano il Ticino (+15% con 838 nuove realtà) e i Grigioni dove il numero delle nuove imprese è cresciuto del 18%, con 422 aziende.
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