La confisca da parte del governo malese ha portato il gruppo orologiero svizzero ha intentare una causa con richiesta di risarcimento danni e restituzione dei prodotti.
Lo scorso 24 giugno il gruppo Swatch ha intentato una causa contro il governo malese. Alla base la confisca di una serie di orologi color arcobaleno, celebranti i diritti LGBT. La misura, secondo la società, ha danneggiato la sua reputazione.
Sigla LGBTQ sugli orologi, scatta la confisca
Essendo in Malesia l’omosessualità un reato, lo scorso maggio le autorità malesi avevano deciso di confiscare, secondo le fonti di Reuters, 172 orologi da 16 punti vendita, appartenenti alla collezione Pride di Swatch. La motivazione, aveva poi detto il ministro dell’interno, era da ricondurre alla presenza della sigla LGBTQ sugli orologi.
«Senza dubbio gli orologi sequestrati non hanno e non sono in alcun modo in grado di causare alcun disturbo all’ordine pubblico o alla moralità o alcuna violazione della legge», ha affermato Swatch nella causa presentata all’alta corte di Kuala Lumpur.
Secondo la casa di produzione svizzera, la maggior parte degli orologi sequestrati, con un valore complessivo pari a $14.250,05, non contenevano la scritta LGBTQ.
Il caso dovrebbe venire esaminato dall’Alta corte di Kuala Lumpur il prossimo 20 luglio. Intanto Swatch oltre alla restituzione degli orologi chiede il risarcimento danni, poiché la misura ha compromesso la sua reputazione.
Diritti LGBT non riconosciuti
La Malesia è un Paese a prevalenza musulmana, in cui l’omosessualità è considerata un crimine. Punita con incarcerazione o punizioni corporali. Il primo ministro Anwar, imprigionato per sodomia e corruzione per quasi un decennio, nel corso di questo mese ha ripetuto che il suo governo sosterrà i principi dell’Islam e che i diritti LGBT non saranno riconosciuti dalla sua amministrazione.
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