Nei primi 9 mesi dell’anno il fatturato dell’industria Mem è cresciuto del 9,6%. Ma l’incertezza dettata dal futuro fa crollare le nuove commesse dall’estero del 21%.
La situazione dell’industria metalmeccanica ed elettrica svizzera (industria Mem) è attualmente ancora buona. Grazie ad un primo semestre forte, il fatturato nei primi nove mesi dell’anno è aumentato del +9,6% rispetto allo stesso periodo del 2021, le esportazioni del +7,0% e le commesse del +2,3%. Per quanto riguarda le nuove commesse, c’è stata un’inversione di tendenza: sono infatti diminuite del -12,4% rispetto allo stesso trimestre dello scorso anno. Crollano anche le commesse dall’estero con una flessione pari al 21,1%. È quanto emerge dal comunicato odierno diffuso da Swissmem, dal quale si evince inoltre che l’indice dei responsabili degli acquisti (Pmi) nei principali mercati di vendita indica una chiara diminuzione. All’orizzonte le prospettive non sono molto serene: incertezze e rischi dettati dalla situazione tesa sul fronte dell’approvvigionamento di elettricità e gas, tensioni geopolitiche e aumenti dei tassi di interesse, appesantiscono il sentiment degli industriali svizzeri.
«La crisi ha chiaramente raggiunto l’industria svizzera. Il forte calo delle commesse, in particolare quelle dall’estero, lo dimostra chiaramente - ha commentato Stefan Brupbacher, direttore di Swissmem -. Al momento non c’è quasi nessun indicatore che mostri uno sviluppo positivo. Dobbiamo prepararci a un periodo difficile. Ci auguriamo che i politici riconoscano i segni dei tempi e ci garantiscano buone condizioni quadro. Questo include il mantenimento della parola data sull’abolizione dei dazi industriali entro il 2024. Questo alleggerirà l’economia e i consumatori per un totale di 500 milioni di franchi svizzeri. Necessitiamo pure di un rapido sblocco delle nostre relazioni con l’Europa».
Sviluppo fatturato perde slancio
Tra luglio e settembre di quest’anno, rispetto allo stesso trimestre dello scorso anno, il fatturato è aumentato ancora del +4,6%. Per l’intero periodo da gennaio a settembre 2022, l’aumento rispetto allo stesso periodo dello scorso anno è del +9,6%. Questa evoluzione interessa in misura simile le Pmi e le grandi aziende. Confrontando poi l’utilizzo delle capacità produttive delle aziende con quello del primo trimestre dell’anno, quando era stato raggiunto il picco del 91,9%, nel terzo trimestre è scesa all’89,5%, valore che rimane ancora superiore alla media sul lungo termine dell’86,2%.
(Ancora) buoni dati sulle esportazioni
Secondo i dati dell’Amministrazione federale delle dogane, nei primi nove mesi del 2022 le esportazioni di merci dell’industria MEM sono aumentate del +7,0% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, raggiungendo un valore di 54 miliardi di franchi. Tutti i principali mercati di vendita hanno avuto un andamento positivo. Le esportazioni verso l’Asia sono aumentate del +13,3%, verso gli Stati Uniti del +7,8% e verso l’Ue del +5,6%. Tutti i gruppi di prodotti ne hanno registrato un aumento. Le esportazioni di metalli sono cresciute del +11,0%, quelle di elettrotecnica/elettronica del +7,5%, quelle delle macchine del +6,1% e quelle di strumenti di precisione del +5,3%. Tuttavia, anche per le esportazioni ci sono anche segnali di un’inversione di tendenza. Questo è esemplificato dalle esportazioni di beni verso la Germania, destinazione di quasi un quarto di tutte le esportazioni del settore Mem. Nel terzo trimestre sono diminuite del -1,0% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Nel complesso, la crescita delle esportazioni nel terzo trimestre del 2022 è stata comunque del +2,7%.
Prospettive cupe
Da due mesi l’indice dei responsabili degli acquisti industriali (Pmi) segna sempre più chiaramente una flessione nella maggior parte dei mercati. Anche le imprenditrici e gli imprenditori membri di Swissmem sono più pessimisti rispetto all’inizio dell’anno. Stando all’ultima indagine di Swissmem, un terzo prevede per i prossimi dodici mesi una diminuzione delle commesse dall’estero. Alla fine del 2021, solo il 13% di loro aveva dato questa valutazione. Il 40% degli intervistati prevede che le commesse rimarranno invariate e solo il 27% ne prevede un aumento. Gli impulsi alla crescita sono attesi tutt’al più dagli Stati Uniti e dall’India.
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