Taurus sbarca su Polygon. Integrazione che consente alle istituzioni finanziarie di emettere asset tokenizzati sulla rete di livello 2 della seconda criptovaluta dopo Bitcoin.
Era lo scorso febbraio quando Credit Suisse, forse ancora inconsapevole del destino che l’attendeva, annunciava una partnership strategica con Taurus, società svizzera regolamentata dalla Finma, leader in infrastrutture di asset digitali per istituti finanziari in Europa.
Qualche giorno fa, è stata resa nota l’integrazione tra Taurus e Polygon, piattaforma blockchain che mira a creare un sistema blockchain multi-catena compatibile con Ethereum. Lo scopo, scrivono alcune testate specializzate in criptovalute, è consentire alle istituzioni finanziarie di emettere asset tokenizzati sulla rete di livello 2 della seconda criptovaluta dopo Bitcoin.
«Costruire su Polygon, uno dei principali ecosistemi blockchain, è un passo naturale per Taurus. I nostri clienti nel settore bancario, dei beni di consumo e dello sport e dell’intrattenimento possono ora beneficiare di commissioni basse e transazioni più veloci per qualsiasi caso d’uso di tokenizzazione: azioni, debito, prodotti strutturati, fondi, NFT», ha commentato a Cryptonomist.ch il Cmo e Head of Strategic Partnerships di Taurus, Victor Busson.
Enabling banks and brands to issue and custody any tokenized asset using @0xpolygon@taurus_hq, the European digital asset infrastructure leader is now fully integrated and automated #onPolygon 😎
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— Polygon (Labs) (@0xPolygonLabs) June 2, 2023
Tokenizzazione sempre più gettonata
Credit Suisse aveva raccolto, in un round azionario, ben 65 milioni di dollari per diventare così un partner di fiducia per clienti privati, aziendali e istituzionali nel settore degli asset digitali. All’operazione avevano partecipato Deutsche Bank, CACEIS, Pictet Group ed Arab Bank Switzerland.
E mentre la tokenizzazione degli asset prende sta prendendo sempre più piede, anche tra istituzioni finanziarie e grandi aziende, Taurus procede nel suo intento. Con Polygon viene integrato ai servizi di custodia, tokenizzazione e negoziazione di asset digitali anche il supporto per lo staking e la finanza decentralizzata (DeFi).
Entro il 2030, circa il 10% degli asset sarà tokenizzato
Un bottino ghiotto per il mercato che può approfittare di un’opportunità da quasi 20 mila miliardi di dollari.
In questa operazione c’è tuttavia da considerarne il costo del processo. Se alla base, le piattaforme si appoggiassero solo alla rete Ethereum, è probabile che il prezzo delle transazioni sarebbe troppo elevato.
Dunque la scelta di Polygon, da parte di Taurus, non è un caso. Polygon è il Second layer per Ethereum più utilizzato, consente transazioni on-chain economiche. Inoltre permette a banche e brand di emettere e custodire ogni asset tokenizzato su questa chain. Il tutto in modo automatizzato.
«La tokenizzazione degli asset del mondo reale è un gioco da ragazzi alla radice dell’idea. La sfida è ed è sempre stata quella di costruire un’infrastruttura sufficientemente avanzata per consentirla.
La relazione con Taurus non farà altro che favorire ciò che abbiamo visto finora, dimostrando che la rete Polygon è una scelta naturale per costruire le rotaie di un futuro tokenizzato», ha detto a Cryptonomist.ch il Global Head of Institutional Capital di Polygon Labs, Colin Butler
Separare la custodia dalla tokenizzazione
Si tratta insomma di una vera e propria interazione con la principale rete di scalabilità di Ethereum. Compreso anche il suo token nativo Matic e gli smart concract basati su Polygon.
Taurus, infine, starebbe puntando sulla separazione dell’infrastruttura per la tokenizzazione dalla blockchain dai token, necessità intercettata anche da alcuni esponenti finanziari di Wall Street.
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