Quando la medicina incontra l’ingegneria. Siccardi, Medacta: l’ortopedia del futuro parte da qui

Chiara De Carli

24/10/2022

24/10/2022 - 17:17

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La digitalizzazione è sempre più indispensabile nelle tecniche mediche per ottimizzare l’efficacia degli interventi chirurgici, ma soprattutto i costi della sanità. Ecco perché Medacta punta sull’approccio personalizzato.

Quando la medicina incontra l'ingegneria. Siccardi, Medacta: l'ortopedia del futuro parte da qui

Medicina e tecnologia sono sempre più un binomio inscindibile. E quando una incontra l’altra, i risultati possono essere davvero strabilianti. L’esempio concreto arriva da Medacta International, industria specializzata nella produzione di impianti ortopedici con sede a Castel San Pietro, che negli ultimi anni si è contraddistinta per aver intercettando un’esigenza di mercato in grado di rivoluzionare l’approccio agli interventi chirurgici.
Essenziale, però il supporto della digitalizzazione. «Per noi – spiega il ceo di Medacta International, Francesco Siccardi, in occasione del convegno “Tecnologia e Salute” svoltosi giovedì alla Supsi a Viganello – l’innovazione è fondamentale per portare a risultati clinici migliori e di conseguenza vantaggi al paziente. Al tempo stesso sappiamo che i costi della sanità devono essere tenuti sotto controllo. Per questo sono necessarie soluzioni volte al miglioramento della vita al paziente, senza pesare troppo sul sistema sanitario».

Verso un approccio personalizzato

Medacta International, azienda quotata in borsa dal 2019, punta soprattutto sulla ricerca e sviluppo condotta nella sua sede nel Mendrisiotto, dove può contare sulle capacità e le conoscenze dei suoi 1500 dipendenti. «Negli ultimi anni – spiega Siccardici siamo focalizzati su tecniche mini invasive, per consentire al paziente di recuperare il più velocemente possibile, riducendo il dolore post operatorio. Più recentemente, invece, sull’approccio personalizzato».
Ma cosa significa? Spalla, anca, ginocchio e persino protesi alla colonna vertebrale, possono essere sostituite con delle tecniche innovative, divergenti dalle procedure operatorie standard. «Con la possibilità di trattare in modo specifico un paziente, si potrebbero generare dei risparmi in termini economici». «Personalizzare un intervento significa comprendere bene chi abbiamo davanti. Per questo, oltre alla personalizzazione del trattamento e dei gesti che il chirurgo dovrà svolgere in sala operatoria, occorre personalizzare la comunicazione».

Ottimizzare gli outcome

Per arrivare a questo risultato, è necessaria un’attenta indagine nel pre operatorio: «Bisogna stabilire che tipo di impianto sarà applicato al paziente, come viene inserito». La digitalizzazione in questo procedimento personalizzato, svolge un ruolo davvero cruciale. Soprattutto se consideriamo che oggigiorno il 95% delle protesi viene installato con procedure standard.
Pertanto, prima di un intervento «registriamo lo stile di vita del paziente, che attività svolge ed è in grado di fare, se ci sono delle attività che andranno a migliorare la sua performance nel post operatorio. Lo facciamo grazie a delle app, collegate a dei weareable device, utili per migliorare la comunicazione tra paziente e personale di cura. Le app infatti servono per migliorare l’interazione: forniscono indicazioni sulla preparazione all’intervento, quali terapie assumere prima e dopo. O ancora, quali esercizi di riabilitazione fare nel post operatorio. Con l’obiettivo di ottimizzare al massimo l’outcome delle operazioni».

In sala operatoria si usa la realtà aumentata

Tramite uno studio specifico, Medacta fornisce le indicazioni al chirurgo su quanto dovrà poi fare in sala operatoria. E se da un lato una procedura di questo tipo fa spazio a interventi più sicuri ed efficaci, dall’altro la realizzazione diventa più complessa. In sala operatoria, infatti, «sono necessarie delle tecnologie di assistenza con dei planning specifici». Medacta ne ha elaborate due. Una di queste si basa sulla realtà aumentata e prende il nome di NextAR. In sostanza, «il chirurgo durante l’intervento indossa degli occhiali appositi che gli consentono di visualizzare la pianificazione precedentemente elaborata».

Assistenza nel post operatorio

Una volta portata a termine l’operazione, inizia forse la parte più difficile, dove l’impegno spetta al paziente, chiamato ad affrontare il dolore e, nelle migliori delle ipotesi, a mettersi in piedi il prima possibile. Per Medacta, anche in questo caso, è essenziale l’uso dei wearable device: «seguendo il paziente, si possono dare indicazioni sulla riabilitazione ideale da seguire e nel momento in cui ha delle domande può interagire con i professionisti sanitari».

I dati raccolti aiutano a fare ricerca

Questi dispostivi aiutano allo stesso tempo nella raccolta di dati clinici. «Incrociandoli, si può analizzare se un determinato intervento, considerate patologie e condizioni cliniche della persona, ha portato o meno ai risultati attesi. Anche per stabilire se il costo delle tecnologie utilizzate è giustificato».
«I dati clinici che otteniamo e che gestiamo in modo regolamentato, ci permettono di andare a selezionare meglio pazienti e terapie, e migliorare così l’efficacia degli interventi. Questa tecnica fa già parte della quotidianità in alcuni centri di eccellenza, ma ci auguriamo che diventi il nuovo standard per l’ortopedia del futuro».

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