La credenza che il social media sia uno strumento della Cina per influenzare e raccogliere dati sensibili è sempre più diffusa oltreoceano. Ma è davvero così?
TikTok è una minaccia per gli Stati Uniti e il mondo occidentale? Secondo alcuni politici e funzionari americani sarebbe uno strumento per rubare dati sensibili e manipolare l’opinione pubblica. Si tratta di paranoie esagerate oppure bisogna davvero mettersi in guardia da TikTok?
«Occorre vietare TikTok»
Brendan Carr, uno dei cinque commissari della Commissione federale per le comunicazioni (FCC) chiede al Comitato sugli investimenti esteri negli Stati Uniti (CFIUS) di vietare completamente l’applicazione di social media. Carr, che in precedenza aveva già sollevato preoccupazioni per la sicurezza nazionale riguardo a TikTok, manifesta nuovamente le sue preoccupazioni: «Non credo che ci sia una strada da percorrere se non quella del divieto», ha dichiarato ad Axios. Il commissario è fermamente convinto che il ban di TikTok sia l’unica strada per garantire «un mondo in cui si possa ottenere una protezione dei dati sufficiente a garantire che non finiscano nelle mani del Partito Comunista Cinese».
Il social mostra trasparenza
Il timore è che TikTok possa essere utilizzato per influenzare segretamente la politica negli Stati Uniti, una credenza ormai sempre più diffusa ai piani alti a Washington, ma allo stesso tempo anche tra la popolazione. Dato che più di 200 milioni di persone negli Stati Uniti hanno scaricato l’applicazione, un utilizzo manipolatorio della piattaforma sarebbe un serio pericolo per la sicurezza nazionale.
Per scacciare via queste voci e per mostrarsi trasparente, l’azienda cinese è attualmente in trattativa con il CFIUS per la cessione della società madre ByteDance, in modo che una società americana possa rilevare e gestire l’applicazione sul territorio statunitense.
«Il commissario Carr non ha alcun ruolo nelle discussioni riservate con il governo statunitense relative a TikTok e sembra esprimere opinioni indipendenti dal suo ruolo di commissario della FCC», ha dichiarato un portavoce di TikTok ad Axios. «Siamo fiduciosi di essere sulla buona strada per raggiungere un accordo con il governo degli Stati Uniti che soddisfi tutte le ragionevoli preoccupazioni di sicurezza nazionale».
Trump aveva ragione?
All’inizio di quest’anno, Carr aveva scritto lettere ad Apple e Google chiedendo loro di rimuovere la piattaforma di social media dai loro app store. Tuttavia, nessuna delle due aziende ha accolto il suo suggerimento.
La FCC non può infatti regolamentare direttamente TikTok, ma la parola di Carr ha ottenuto una forte rilevanza, anche mediatica, quando nel novembre 2021 aveva messo in allerta il Paese sulle società di telecomunicazioni cinesi come Huawei. Questo aveva portato all’approvazione da parte del Congresso di una legge che impone alla FCC di proteggere i sistemi di telecomunicazione da potenziali minacce straniere alla sicurezza nazionale.
Era stato in realtà inizialmente l’ex presidente Donald Trump a cominciare a mettere i bastoni tra le ruote alle imprese tecnologiche cinesi. Oggi sono sempre di più le persone che condividono queste preoccupazioni, non solo negli USA, ma in tutto il mondo occidentale.
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