Chi rischia il Long Covid? Ecco i segnali che predicono gli strascichi della malattia.
Il termine Long Covid fa riferimento agli strascichi della malattia che durano a lungo, per tempi ancora indefiniti. In particolare, i sintomi più frequenti continuano dopo oltre quattro settimane dall’infezione iniziale, e variano dall’affaticamento alla mancanza di respiro fino al deterioramento cognitivo.
Dopo quasi due anni di pandemia, fenomeno che continua a interessare il nostro Paese con numeri giornalieri elevati, inizia però a essere possibile individuare in modo più rapido quali persone potrebbero soffrire di PASC (Post Acute Sequelae of Covid), ossia più del 30% dei pazienti.
Infatti, di recente, una ricerca dell’Università di Zurigo pubblicata sulla rivista Nature Communications, ha individuato quali sono i possibili fattori di rischio che predispongono il paziente al Long Covid, segnali che possono aiutare a prevedere, e quindi prevenire, il decorso più traumatico della malattia.
Long Covid: i fattori di rischio
Sulla base dei dati clinici, diversi fattori sono stati associati al rischio di sviluppare il Long Covid. Questi includono:
• età avanzata;
• gravità della malattia;
• asma pregressa;
• manifestazione di 5 particolari sintomi durante la fase acuta dell’infezione: febbre, affaticamento, tosse, mancanza di respiro, disturbi gastrointestinali;
• particolari livelli di anticorpi (IgM e IgG3).
Secondo lo studio, gli anticorpi rilevanti per il Long Covid sono le immunoglobuline M, che giocano un ruolo importante soprattutto all’inizio dell’infezione.
I soggetti colpiti da questa patologia hanno anche concentrazioni più basse di immunoglobuline G3, anch’esse fondamentali per combattere il virus.
Questi anticorpi non costituiscono una barriera di protezione specifica contro il Coronavirus, ma in generale contro una vasta gamma di patogeni.
I risultati suggeriscono dunque che una delle cause del Long Covid potrebbe essere una risposta immunitaria dell’organismo mal indirizzata, il che apre a trattamenti mirati, come la somministrazione di alcune immunoglobuline o di farmaci specifici. Anche se il miglior alleato contro il Covid resta sempre il vaccino.
La ricerca
Il team, guidato da Onur Boyman, ha esaminato un gruppo di 215 individui, 175 dei quali erano risultati positivi al Covid. Di loro, 134 persone sono state seguite fino a un anno dopo l’infezione iniziale.
I ricercatori hanno identificato 89 casi lievi e 45 casi gravi di Covid-19. Tra i casi lievi, il long Covid si è manifestato in più della metà dei pazienti, il 53,9%. La quasi totalità dei casi gravi (82% dei pazienti) ha sviluppato il Covid lungo.
Gli studiosi hanno analizzato i livelli di anticorpi e altri parametri clinici, identificando una “firma” specifica della sintomatologia durante l’infezione che poi ha portato a sviluppare la patologia a lungo termine
Dopo i risultati iniziali, gli scienziati hanno condotto un ulteriore studio, composto da 395 individui positivi al Covid-19. La nuova ricerca ha confermato le statistiche e i dati precedentemente ottenuti
Questo lavoro, concludono gli autori, identifica alcuni dei marcatori che potrebbero prevedere il rischio di sviluppare Pacs, ma saranno necessarie ulteriori ricerche per valutare le cause e gli elementi responsabili del long Covid.
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