Acqua di montagna nel distillato prodotto a Lucerna da un’idea dell’imprenditore elvetico Tobias Reichmuth: tutto il ricavato, promette, sarà donato al popolo in guerra. Già vendute 1200 bottiglie.
Otto giorni per trasformare un’idea in realtà; uscire dal limbo, vincere l’impotenza di chi crede potere star solo a guardare, mentre la gente muore e il mondo condanna la follia e la guerra. Poi l’intuizione, dalla Svizzera per l’Ucraina. I soldi che ci sono, mezzo milione di franchi per cominciare; le bottiglie che invece scarseggiano, ma alla fine fortuna vuole che si trovano. Ed eccola, dopo una settimana appena di pianificazione e lavoro matto e disperatissimo, la vodka Zelensky: iniziativa dell’imprenditore elvetico Tobias Reichmuth che, sul mercato online da venerdì scorso, ha già consentito di donare 12mila franchi e 100 posti letto a un ospedale pediatrico di Kiev.
Impresa sì, ma no profit fino al 2026
Facile speculare con l’immaginazione e le parole, prima ancora che con il denaro; sospettare finalità altre che non solo quelle caste e nobili della beneficenza. Eppure, forse forse, stavolta è vero. Impossibile per noi verificare, ma giura Reichmuth, 43 anni, già co-fondatore di Crypto Finance che ha scelto ancora Zugo come sede della nuova società, che il suo intento non è fare profitto del dolore altrui, sfruttando il vuoto sugli scaffali della vodka russa boicottata dai consumatori. Questo semmai è stato solo il punto di partenza: "Ho pensato che un prodotto del genere potesse funzionare"; servire cioè allo scopo piuttosto di alleviarla, quella sofferenza, donando alla popolazione devastata dal conflitto tutto il ricavato delle vendite fino almeno all’anno 2026. Nel suo ottimismo che allude a un successo duraturo nel tempo, l’auspicio è quantomeno lungimirante: "Perché dopo la guerra ci sarà da ricostruire tutto", riflette.
Galeotta l’amicizia con una profuga
Già fra il 2006 e il 2008, giovane uomo di successo in viaggio per il mondo, Reichmuth aveva raccolto denaro per aiutare i bambini più poveri tramite l’organizzazione internazionale Sos Villaggi dei bambini. Adesso torna a mettere la propria capacità al servizio dei più fragili, complice anche l’amicizia nata nel 2016 con la fashion designer ucraina Anastasiia Rosinina, 30 anni, profuga in Svizzera dal 4 marzo scorso per diventare responsabile dell’assegnazione dei contributi a enti e associazioni attive nelle località di guerra. A farle da supporto, l’ex capo dell’Agenzia svizzera per lo sviluppo e la cooperazione (Dsc) Walter Fust, che dal sito Zelenskyvodka loda il progetto: "Un modo innovativo di finanziare gli aiuti umanitari: questa è una testimonianza di ciò che l’imprenditorialità può arrivare a fare".
Un milione di bottiglie nel 2022
Venticinque franchi/euro la bottiglia da 0,7 litri, di cui 10 franchi/euro donati nell’immediato e il resto dei profitti alla fine di ogni anno: per il 2022, si stimano un milione di pezzi venduti sia in e-commerce, sia attraverso la rete di negozi che si sta attivando in questi giorni. Solo nei prossimi due mesi, ne sono stati messi in conto già 400mila. "Vogliamo arrivare nei supermercati", ha dichiarato Reichmuth.
Israele pronta all’acquisto
Così a Lucerna la produzione continua senza sosta, alla luce dell’interesse che il distillato, a base di grano e acqua di sorgente di montagna, starebbe incontrando qui e altrove. Si narra, per esempio, che anche Israele si sia messa in contatto con l’azienda, la Edelwhite Gin di Hasle, al momento unica produttrice di quantità premium per un mercato elvetico; pare però che presto sarà affiancata da altre aziende oltre confine. Localizzate per lo più in Germania, diverse distillerie sarebbero già pronte a collaborare con Reichmuth per rendere celebre un marchio nato un po’ per caso, grazie a un telefonino e a un’amica "che mi ha fatto conoscere la guerra quasi dal vivo", fondato in fretta e furia dopo rapida consultazione assieme a Georgia von Gleichen, consulente aziendale nel settore dei servizi finanziari, Saskia Ludwig, esperta di social media marketing e Matthias Zwingli, project manager di startup per Digital Switzerland.
#Drinkforpeace: non solo uno slogan
Etichetta blu e gialla su cui si staglia nero e discreto il profilo del presidente Volodymyr Zelenskyy, la vodka acchiapperà clienti al suon di slogan #drinkforpeace, destinato a diventare anche una piattaforma dove le associazioni ucraine potranno segnalare i propri bisogni concreti e indirettamente chiedere finanziamenti. Che saranno trasparenti, promette Reichmuth: relazioni dettagliate saranno divulgate ogni anno per tracciare il percorso del denaro, dalla produzione alla vendita fino alla donazione. Olena Selenski, moglie del presidente, avrebbe già plaudito al genio di Reichmuth; ma questa volta invece, siamo davvero nel campo puro delle speculazioni.
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